01/04/2007

Ne vale la pena?

Capita sempre più spesso che mi senta porre questa domanda…
Capita online discutendo con gli amici della taverna, capita la sera mentre esco con gli amici, capita ovunque…

No tranquilli, non sto cadendo preda della depressione, mi sono appena pappato un'orata grossa come un pitbull e sto ascoltando l'ultimo cd dei Manowar (la cosa più lontana dal concetto di depressione che possa esistere…), semplicemente si tratta di una domanda che sorge sempre più spesso parlottando del più e del meno, sarà l'età, sarà lo stress, sarà che tutti quelli con cui mi trovo a parlare sono tutte persone che gravitano attorno al mondo dell'information technology e che quindi sono sottoposte allo stesso stress tecnologico nel quale sguazzo come un pescegatto nel fango…

Giusto l'altro giorno per l'ennesima volta sono rimasto a piedi, la fida bicicletta mi ha tradito nel tragitto casa-lavoro (potevo anche prevederlo, quando rimangono integri solo una decina di raggi è quantomeno normale che la ruota collassi…).
La sera ho fatto un salto dal fido ciclista (ormai in pensione ma che lavora ancora "a tempo perso") per farmi sostituire interamente la ruota e li sono rimasto letteralmente folgorato notando la differenza tra il "suo mondo" e il "mio mondo".

Mi accoglie questo vecchietto magro magro con dei baffoni grigi, lo conosco da quando sono nato e so bene che è la persona più buona del pianeta, un autentico "pezzo di pane"(TM).
A vederlo così sembra un mix tra Yosemite Sam (il baffone avversario di Bugs Bunny per intenderci) e il classico personaggio popolare delle commedie di Aldo Fabrizi (commedie che personalmente adoro!!)
Entro nella sua officina da una porta a vetri che avrà come minimo 50 anni, e mi sembra di entrare in un posto magico e fuori dal tempo… biciclette accatastate ovunque, tra i raggi di ognuna è incastrato un biglietto di carta scritto a matita con gli appunti dello stesso ciclista, robe del tipo "ruota rotta", "registrare freni", "tendere la catena", in un altro gruppo i biglietti riportano anche il prezzo, rigorosamente in lire :)

Una cagnetta che avrà almeno 15 anni attraversa l'officina, per quanto ne so potrebbe anche essere cieca ma li dentro si muove con la stessa familiarità del proprietario, probabilmente ci è nata, probabilmente ci morirà, è il suo mondo.
In mezzo all'officina c'è una vecchia stufa a legna, un modello che ormai esiste in quel posto, in qualche cascina abbandonata in mezzo alla campagna e nella memoria di quanti da bambini l'hanno usata per scaldarsi; degli anziani si scaldano le mani alla stufa, sono gli amici del proprietario, quell'officina praticamente è il loro circolo di ritrovo, più accogliente di un bar, più divertente di una bocciofila.
Una radiolina invisibile trasmette il gazzettino padano, il suono sembra diffuso in maniera così perfetta che mi aspetto di trovare casse Sonus Faber e amplificatori Denon ovunque, invece si tratta di una radiolina degli anni '70 nascosta tra le chiavi inglesi e i cacciaviti…

Pino (il proprietario dell'officina), vive al piano di sopra, si sveglia ne troppo presto ne troppo tardi, comincia a lavorare quando decide lui, a mezzogiorno in punto sale per mangiare quello che la moglie gli ha preparato, fa un sonnellino di un'oretta e poi con calma riprende il lavoro finchè ne ha voglia…
Quando lo guardo sembra che trasudi calma e pace da tutti i pori, sarà l'atmosfera tranquilla di quel posto magico, saranno quei baffoni che risaltano particolarmente tra la tuta blu da meccanico e il basco nero che porta sempre in testa, sarà semplicemente che lui e il suo lavoro sono l'antitesi dello stress e della fretta.
Lui ti ripara la bicletta, lui ti dice quando è pronta da ritirare, nessuna imposizione da parte tua, nessuna violenza al suo tempo e ai suoi ritmi, se ti sta bene ok, altrimenti vai da un'altra parte…

Pino lavora per passione, sa quando cominciare e quando finire.
Nessuna scadenza, nessun todo che ti trilla nella posta, nessun cellulare che ti squilla in tasca o cliente che rompe le palle…
Così, un lavoro ONESTO, PULITO (eticamente intendo, non come lo squalo che ti tocca diventare per campare nell'IT…), SENZA STRESS, facendo qualcosa di vero, concreto, un lavoro per cui ti guardi allo specchio e dici "oggi ho fatto qualcosa di utile" e non "oggi ho inculato bene il mio cliente".

Questa è la serenità che auguro a chiunque, e che forse il nostro modo di vivere ci sta negando…

Ci sono 2 commenti

  1. Giuseppe ha scritto:

    gran bel post!

  2. tasslehoff ha scritto:

    Ti ringrazio :)

    Ogni tanto lo rileggo io stesso, mi aiuta a ritrovare un po’ di serenità quando sono stressato.

    We! E complimenti per Dominopoint.it :)

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