25/08/2014

“Sulla strada”

kerouac.scrollDopo averne sentito parlare in lungo e in largo, dopo aver passato anni ripromettendomi di leggerlo, sono riuscito a terminare il celebre “Sulla strada” di Jack Kerouac, il vero “scroll” del 1951.

Devo confessare che non è stata una lettura semplice, è stato più ostico di quanto avessi immaginato fin’ora, e non per la complessità dei concetti espressi (che comunque a volte meritano ripetute letture per godere appieno della loro bellezza e profondità) quanto piuttosto per la forma caotica, senza respiro e senza un reale filo conduttore che renda la lettura scorrevole.

Forse è proprio questa frenesia, questa voglia matta di godere tutto, godere subito, godere “duro”, viaggiare sempre senza sosta e provare tutto… è questa la genialità dell’opera e il motivo per cui anche questa forma caotica è perfettamente coerente e rappresenta così bene la beat generation.
E pensare che l’avevo unicamente associata allo stereotipo ribelle televisivo in stile Fonzie/James Dean, beata ignoranza…

Sono fortemente tentato dal mettermi alla ricerca della prima edizione italiana, avendo però letto lo scroll originale temo di rimanere deluso da tutti i dettagli mancanti, i nomi fittizi e le piccole differenze rispetto all’edizione commerciale del 1959.

 

13/02/2014

Nati per credere

Anche se ormai si è concluso da pochi minuti ci tenevo ad augurare ai quattro gatti a cui capita di leggere queste pagine buon Darwin Day!

Quale miglior modo di festeggiare questa importante ricorrenza se non consigliare un bellissimo libro che tratta proprio di evoluzione, scritto da scienziati con la S maiuscola e che spiega perchè il nostro bel cervellino fa così fatica a credere alla teoria dell’evoluzione ed è invece così fortemente attratto da maghi, fattucchiere o santoni di turno che propinano disegni intelligenti a destra e a manca.

Nati per credere
autori: Giorgio Vallortigara, Telmo Pievani, Vittorio Girotto
Codice Edizioni
ISBN: 978-88-7578-110-1

Buona lettura!

12/11/2013

Free as in freedom

gnuFin da quando ho cominciato a giocare con le prime distribuzioni GNU/Linux (si trattava del 1998 con una Redhat 5.0, seguita da una Debian potato un paio d’anni dopo) non ho potuto fare a meno di rimanere affascinato dall’universo IT che si contrapponeva al mondo commerciale, ciò nonostante non ho mai approfondito molto il concetto di free software, la storia della Free Software Foundation e l’opera di Richard Stallman.

In particolare RMS mi è sempre parso un personaggio colorito nei modi ma piuttosto talebano nella sostanza, col passare degli anni, il lavoro e l’esperienza sul campo ho capito che forse le mie impressioni iniziali non erano poi così lontane dalla realtà, quello che è cambiato è il valore che ho imparato a dare a queste impressioni superficiali.
Recentemente mi è capitato di leggere la bellissima biografia ufficiale di RMS “Codice Libero (Free as in Freedom)”, tra un aneddoto curioso e l’altro questo libro non ha fatto che confermare la convinzione che, per quanto intransigente e poco diplomatico, il messaggio e le idee di Stallman fossero imho essenzialmente corrette, e mi ha finalmente chiarito la vera portata globale di questa battaglia.

Una delle cose che mi ha particolarmente colpito in quel libro è notare la quantità INDUSTRIALE di personaggi chiave della storia informatica che hanno ruotato attorno a RMS, alla FSF e alle loro creature (GPL in primis).
E non mi riferisco solo a Linus Torvalds (il creatore del kernel linux, il cui rapporto con Stallman è stato, ed è ancora oggi estremamente complesso), pensate ad uno qualsiasi dei grandi progetti free software o open source che sta alla base delle odierne infrastrutture e servizi informatici (quindi anche dietro i tanto adorati servizi di social networking), non ce n’è uno il cui creatore non abbia venerato la figura di Stallman o non abbia avuto stretti rapporti con lui e la Free Software Foundation.

Richard_Stallman

E’ stupefacente poi notare quanta disinformazione abbia accumulato attorno a se la figura di Stallman, questo suo modo di apparire trasandato e apparentemente hippy (niente di più lontano dalla sua storia e dal suo modo di pensare), piuttosto che le accuse assurde di fomentare una sorta di comunismo informatico (niente di più lontano dalle idee di libertà estrema che ha sempre divulgato e difeso).
Che tecnicamente RMS sia un genio è un dato di fatto (i suoi trascorsi accademici lo dimostrano, così come la sua attività come sviluppatore Lisp e C), ma lo è altrettanto dal punto di vista comunicativo, anzi politico e culturale, quindi ben al di fuori di quei confini IT che lui stesso ha sempre considerato come il suo unico perimetro d’azione.

Confesso che non vedo l’ora di assistere ad una sua conferenza, se c’è un personaggio che riuscirebbe a far muovere il sederone a questo kender campione di pigrizia è proprio RMS, nel frattempo Happy Hacking a tutti!

16/02/2013

Gemme letterarie

Nonostante possieda ormai da più di un anno un Kindle non ho mai fatto segreto della mia personale preferenza per il libri cartacei, anzi non ho mai nascosto la mia deludente esperienza con gli ebook.

Sarà la tendenza a collezionare un po’ tutto, sarà il piacere che da l’annusare il profumo delle pagine scorrendole veloci tra le dita, sarà anche solo il fatto che ho parecchio spazio in casa per conservarne quanti ne voglio, oppure sarà magari l’istinto kender che mi provoca piacere nel prenderne possesso, sta di fatto che i libri cartacei vecchio stampo hanno un sapore tutto loro, sanno darmi un piacere che non riesco a ritrovare nella semplice lettura di un testo in formato elettronico.

Una cosa che però recentemente mi ha parecchio solleticato è la ricerca e la collezione delle prime edizioni (italiane o originali) dei libri che più ho amato, ecco perchè mi sono messo a cercare tra ebay e mercatini delle pulci per scovare queste piccole gemme letterarie.

Le ultime due new entry sono le prime edizioni italiane di due opere FANTASTICHE che erano da anni nella mia “to-read list” e che rappresentano i capolavori dei due rispettivi autori, sto parlando di “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee e “A sangue freddo” di Truman Capote.
Inutile che mi dilunghi nel descrivere due classici della letteratura del secolo scorso, se non li avete letti correte in biblioteca o in libreria, basta che rimediate a questa grave lacuna.
Nel frattempo godetevi queste due chicche degli anni ’60 perfettamente conservate.

 

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07/08/2008

Invisible Monsters

Questa mattina ho terminato di leggere il mio sesto romanzo di Chuck Palahniuk, autore pazzo, visionario, alienato ma geniale.

Ormai posso considerarmi un lettore affezionato di questo autore, però devo ammettere che mai come con questa opera ho trovato la lettura lenta, piacevole ma piuttosto lenta rispetto a capolavori come "Fight Club" o "Soffocare".
Credo si tratti del romanzo più riflessivo, il più introspettivo tra quelli partoriti dalla mente malata del geniaccio di Portland. E' come se la tipica impronta nichilista di questo autore si manifesti più sui singoli personaggi piuttosto che sul mondo, distruzione mirata più sull'individuo che sulla società (che in genere è l'obbiettivo primario di Palahniuk).

Non male comunque, al solito i personaggi sono descritti in modo maniacale, sia nel loro aspetto, che nei comportamenti, nelle loro paranoie e nei loro lati oscuri. Finale contraddistinto dai tipici colpi di scena cui ci ha abituato l'autore.
Difetti? Beh forse un po' lento nella descrizioni di alcune scene e un po' troppo criptico in alcuni dei voli pindarici dei protagonisti.

Nella mia personale classifica di romanzi Palahniukani posizionerei Invisible Monsters al quinto posto.

  1. Fight Club
  2. Soffocare
  3. Survivor
  4. Rabbia
  5. Invisible Monsters
  6. Cavie