25/08/2014
“Sulla strada”
Dopo averne sentito parlare in lungo e in largo, dopo aver passato anni ripromettendomi di leggerlo, sono riuscito a terminare il celebre “Sulla strada” di Jack Kerouac, il vero “scroll” del 1951.
Devo confessare che non è stata una lettura semplice, è stato più ostico di quanto avessi immaginato fin’ora, e non per la complessità dei concetti espressi (che comunque a volte meritano ripetute letture per godere appieno della loro bellezza e profondità) quanto piuttosto per la forma caotica, senza respiro e senza un reale filo conduttore che renda la lettura scorrevole.
Forse è proprio questa frenesia, questa voglia matta di godere tutto, godere subito, godere “duro”, viaggiare sempre senza sosta e provare tutto… è questa la genialità dell’opera e il motivo per cui anche questa forma caotica è perfettamente coerente e rappresenta così bene la beat generation.
E pensare che l’avevo unicamente associata allo stereotipo ribelle televisivo in stile Fonzie/James Dean, beata ignoranza…
Sono fortemente tentato dal mettermi alla ricerca della prima edizione italiana, avendo però letto lo scroll originale temo di rimanere deluso da tutti i dettagli mancanti, i nomi fittizi e le piccole differenze rispetto all’edizione commerciale del 1959.