15/10/2009

Italian Translation Project

Correva l’anno 1999 quando, in pieno boom dei CRPG, Black Isle Studios rilasciò il suo attesissimo Planescape: Torment. Il gioco, basato sulle regole di Advanced Dungeons and Dragons, era ambientato nell’universo parallelo di Planescape, e si contraddistinse da subito per l’enorme mole di testo e per un gameplay molto orientato al dialogo ed agli effetti delle proprie scelte piuttosto che alla forza bruta.

I temi affrontati si contraddistinguevano per i loro colori forti ed adulti, andando a toccare la religione, il confine fra la vita e la morte e teorie esistenziali.

Il protagonista, il Nameless One (il Senza Nome), si risveglia in un mondo abitato da morti e, in compagnia del simpatico ed a tratti logorroico “Morte” – un teschio fluttuante – inizierà la sua missione con lo scopo di risolvere due fondamentali quesiti: conoscere il proprio passato e tornare mortale.

Il gioco, malgrado la sua indiscutibile qualità (ancora oggi viene definito da molti come il miglior CRPG mai prodotto per computer) ha avuto una scarsa diffusione nel nostro Paese, anche a causa della scelta operata dal distributore, CTO di Bologna, di non tradurlo. Scelta comprensibile vista la mole di testo a video, ma molto svantaggiosa per i giocatori non ferratissimi in Inglese, visto che i dialoghi sono ricchi  di slang e modi di dire, e quindi terribilmente complessi da leggere e comprendere per i più.

Alcuni mesi dopo l’uscita del gioco nei negozi un gruppo di ragazzi decise di riunirsi, e di mettersi al lavoro su quella che passerà alla storia come la traduzione amatoriale più grande, complessa e di qualità che sia mai stata realizzata in Italia. Quel gruppo prese il nome di ITP – Italian Translation Project –

Fu un lavoro enorme, vista la ferma intenzione dei ragazzi di mantenere quanto più possibile lo stile dei dialoghi in slang, portandoli in una lingua comprensibile per i propri connazionali. Non si fecero remore nel tradurre parole anche non politically-correct, quelle parolacce ed imprecazioni che 10 anni fa nessun editore si sarebbe mai sognato di inserire nelle proprie traduzioni. Ci vollero piu’ di due anni ma alla fine, in pieno 2002, il lavoro venne rilasciato.

Da allora l’ITP si è dedicato ad alcune delle traduzioni più importanti:

   1. Arcanum
   2. Divine Divinity
   3. Morrowind: Bloodmoon
   4. Morrowind: Tribunal
   5. The Elder Scrolls: Morrowind

Questo piccola pagina nel mare tempestoso della rete nasce prendendo spunto da questo post pubblicato da Cristian Castellari sul proprio sito.
Anch'io come lui ho collaborato con l'ITP, anch'io come lui ho partecipato alla traduzione di Morrowind, anch'io come lui ho dato il mio piccolo contributo ad un'opera che definire storica è dir poco.

Come Cristian (dopo anni passati a leggere i rispettivi interventi sui innumerevoli newsgroup permettimi questa confidenza :) ), anch'io ho deciso di mettere a disposizione il mio sito per permettere a chiunque di godere dei frutti di tanta passione e tanta dedizione.
Purtroppo il sito dell'ITP è ormai perso, e con esso sembrano svaniti i vari mirror che ne ospitavano le traduzioni, se qualcuno dovesse recuperare qualcuno di questi progetti può contattarmi tramite l'apposita form.

SCARICA LA TRADUZIONE DI PLANESCAPE TORMENT by ITP
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17/07/2009

Una guerra che non si vince

Da qualche settimana sta montando una piccola polemica tra gli appassionati di tennis italiani, nata da una serie di dichiarazione sul doping fatte dal leggendario Rino Tommasi, di sicuro una delle più autorevoli voci nel campo del giornalismo sportivo mondiale, un autentico maestro soprattutto su tennis e pugilato.

Non starò qui a riprendere tutta la riflessione di Tommasi (che potete trovare a questo LINK sul sempre ottimo ed aggiornatissimo Ubitennis), mi limito a riproporla schematicamente:

  1. il doping è un fenomeno diffusissimo sia a livello sportivo professionale che amatoriale
  2. il doping è ormai fuori controllo
  3. dato che la vita di uno sportivo vale sia che si tratti di un affermato professionista piuttosto che di un amatore appassionato, la lotta al doping andrebbe fatta ad ogni livello

Da questo ne consegue che quella al doping è una guerra che non si vince, per il semplice fatto che il punto 3 non è concretamente ed economicamente sostenibile. Quello che si sta facendo ora è una mera operazione di facciata, si cerca di colpire i volti più noti per utilizzarne l'effetto mediatico; si potrebbe proporre di reinvestire i soldi della lotta al doping in campagne informative, però correggetemi se sbaglio, ma non mi pare che i fumatori abbiano smesso di fumare dopo che sono comparse quelle orribili scritte sui pacchetti di sigarette, giusto?

Più che il punto di vista di Tommasi, che ritengo assolutamente rispettabile e tutto sommato molto logico dal suo punto di vista di osservatore del mondo sportivo a 360°, quello che mi ha stupito è l'ondata di critiche e di odio (forse dovuto a delusione per un mito sportivo che parla francamente e non per stereotipi?) che ha suscitato.
Tommasi ha toccato un tabù, ha detto una cosa oggettivamente vera, ovvero che la lotta al doping non sta portando alcun risultato, dato che per un Pantani beccato (ma poi idealizzato e deificato come l'agnello sacrificale), per un Ben Johnson squalificato, per un DelPiero stuzzicato, ci sono milioni di Sig. Rossi che si sparano bombe fantozziane per vincere la gara condominiale di corsa con i sacchi… e questo è sotto gli occhi di tutti (quelli che vogliono vedere).

Prima ce ne renderemo conto e prima la finiremo per prenderci tutti in giro, l'uomo inganna da quando è venuto al mondo, il doping non è nient'altro che un nuovo strumento per farlo, sradicarlo è impossibile quanto sradicare la natura umana. Prendiamo lo sport per quello che è, divertimento e spettacolo, sediamoci comodi e godiamone senza tante pippe mentali…

12/07/2009

Nuovi giocattoli

Dopo tanto tempo rieccomi a scrivere due righe su questo piccolo angolo di rete kender.
Come potete immaginare questa lontananza non è dovuta alla poca voglia di scrivere o alla volontà di chiudere "baracca e burattini"(TM) ma semplicemente al poco tempo che ho a disposizione, il lavoro e la sfiga purtroppo mi stanno alle costole…
Al primo non riesco a sfuggire, con la seconda invece ho finito per fare amicizia… ogni tanto mi offre pure il caffè :\

Lasciando perdere questi tristi argomenti passiamo a qualcosa di più succoso, una cosa che ne la sfiga ne il lavoro riescono a frenare, ovvero la "scimmia nerd" che ha colpito ancora una volta.
L'altro ieri mi sono regalato un gustoso upgrade al comparto video pensionando la "vecchia" Radeon HD3870 in favore di una nuova fiammante Radeon HD4890, e siccome non mi faccio mancare niente mi sono pure preso la versione Toxic di Sapphire (che per chi non lo sapesse è dotata di superdissipatore Vapor-X in grado di ridurre drasticamente temperatura e decibel).
Onore alla 3870 che ho or ora dismesso, scheda che a fronte di una prezzo di acquisto ridicolo (fino a poco tempo fa equivalente a una scheda video di fascia bassa) ha sempre reso molto al di sopra di ogni più rosea aspettativa, tanto per darvi un'idea mi ha permesso di terminare quel mattone di FarCry 2 in totale fluidità con dettagli alti in 1280×1024 usando le DirectX 10.

Se qualcuno è interessato all'acquisto la vendo alla modica cifra di 50 euro, contattatemi senza problemi per dettagli o trattative :)

Beccatevi la nuova Toxic nella mia gallery –> LINK

27/04/2009

Addio Geocities

PI ha pubblicato proprio ora una news riguardante l'imminente chiusura di uno dei network storici del web, Geocities.
Per chi non lo conoscesse (beata gioventù…), Geocities permetteva ai propri utenti di usufruire di uno spazio web gratuito e personale, inizialmente strutturato come se il sito non fosse altro che la propria abitazione con tanto di indirizzo che riproduceva una pseudo-città online.

Per molti ora potrà sembrare un servizio inutile e banale, spazio web gratuito? Che c'è di nuovo?
Consideriamo però che quello di Geocities fu il primo di questo genere di servizi, un pioniere che ha fatto da apripista in un'epoca dove solo il fatto di connettersi alla rete significava spendere una sacco di quattrini.
Era il periodo dei mailto linkati con le @ animate, delle gif "lavori in corso", dei frameset messi a casaccio; i fogli di stile non esistevano nemmeno nella mente di chi li ha inventati, era la golden age dell'html, quando l'editor per eccellenza era il notepad, quando fare una tabella in html era un lavoro da mal di testa :)

Qualcuno si chiederà perchè non stia esultando per la chiusura di questo arcaico e inutile servizio…
Il motivo è semplice, Geocities ha rappresentato un fenomeno culturale e sociale pazzesco, è stato il precursore di quelle che oggi chiamiamo community, è stato il servizio che ha dato il via ai webring, per non parlare dell'incredibile spinta culturale che ha dato ad una intera generazione.
Teniamo presente che Geocities è stato il servizio che ha spinto a formarsi tutta la prima generazione di webdesigner, gente che ha cominciato a smazzolarsi tonnellate di reference html, messe poi in pratica con freddi tag scritti su un file di testo.

Insomma erano i tempi in cui per fare qualcosa occorreva impegno, dedizione, pazienza e costanza… :\
Anche se mi rendo conto che tutto questo può sembrare vecchio e decrepito, del resto vivamo nell'epoca del "2.0", dove anche un babbuino ubriaco saprebbe gestire una pagina su facebook o myspace :(

20/04/2009

UDC?

Spero che Massimo Mantellini mi scuserà se mi permetto di rubare una gif al suo sito, ma è già passato un quarto d'ora da quando l'ho vista e mi sono messo a ridere, ora il mal di pancia comincia a essere insopportabile… ROTFL! :D

 

 

Per chi ha voglia di sbizzarrirsi consiglio il generatore di cartelloni dell'UDC presente sul sito di PTWG

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