18/04/2015

Diario di un niubbo spaziale, episodio 2

Nemmeno tre mesi di gioco e già tutto cambia.
Il mega progetto della alleanza italiana è stato abbandonato e si è deciso di migrare, anzichè dare vita ad una piccola alleanza formata da tante corp si è deciso di creare una grande corp italiana e con essa entrare in una alleanza più grande e internazionale; non troppo grande (in modo da essere competitivi e anzi decisivi) ma nemmeno troppo piccola e insignificante.
La scelta è caduta su una alleanza che fa parte della mastodondica Goonswarm Federation, una delle gigamegaultra ally storiche di Eve Online, una di quelle che muove migliaia di giocatori e navi ad ogni op, una di quelle realtà che hanno fatto e fanno tutt’ora la storia del gioco.
I vantaggi di questa scelta sono molteplici, facciamo parte di un gruppo che già fa un sacco di cose alle quali possiamo aggregarci, siamo comunque indipendenti e possiamo gestirci come vogliamo facendo op in autonomia, stiamo in una regione di spazio molto interessante e molto vicina all’hub commerciale più grande del gioco (Jita), abbiamo un sacco di servizi in più rispetto a quelli che la nostra vecchia ally fai-da-te poteva offrire (cmq ci stavamo organizzando per avere tutto anche nei vecchi sistemi).
All’inizio ero un po’ dubbioso riguardo alla location, col passare delle settimane però mi sto ricredendo, anzi mi fa parecchio piacere partecipare ad attività con gente che non conosco, che magari non sarà brava o preparata come i nostri fleet commanders, però ci si diverte.

Il trasloco è stato decisamente traumatico, io sono noob con poche navi e pochi asset, ciò nonostante il periodo transitorio e poi il trasloco sono stati stressanti, non tanto per gli spostamenti (agevolati da un’ottima logistica di corp) ma per il fatto di rompere una ruotine di attività ormai ben avviate che andavano avanti da più di 2 mesi, senza contare il discreto costo economico dell’operazione (circa il 20% dei miei averi, senza contare le navi più piccole che ho lasciato in low sec e che probabilmente non andrò mai a recuperare).

trasloco

A tal proposito ho ripreso solo da pochi giorni la mia produzione planetaria nella nostra nuova casa, purtroppo il prodotto con cui ho trafficato fin’ora (refrigerante) ha avuto un crollo di prezzi impressionante (ne conservo ancora una discreta scorta in attesa che il mercato riprenda), nel frattempo ho deciso di cambiare produzione e puntare sull’uranio arricchito, che ha un ottimo margine di guadagno e mi dovrebbe dare un bel boost al borsellino…

coolant

In generale il gioco procede come previsto, ovvero secondo i miei ritmi da bradipo.
Sto cominciando ad uscire dal tunnel delle skill da noob e pian piano sto arrivando ad avere le skill fondamentali ad un livello quasi decente; fino ad ora aprendo il fitting di qualche nave ero costantemente tempestato di X rosse ad ogni modulo (segno che non soddisfavo i requisiti di skill previsti per poter usarlo), ora i segni di spunta verdi sono sempre più frequenti, cpu e powergrid sono a un buon livello e ottenere un setup con capacitor stabile è sempre meno difficile (quando non è stabile la nave letteralmente “si spegne” e si diventa carne da macello).

Anzi mi correggo, non sono diventato figo tutto d’un colpo, e di fatto il mio pg è ancora un niubbo a cui mancano millemila skill… quello che è cambiato è molto più interessante, è cambiato il mio approccio al gioco; all’inizio tutto era oscuro e i consigli che mi piovevano addosso (sempre utili e bene accetti) mi suonavano un po’ come dogmi incompresibili, ora comincio faticosamente a capire il perchè di certe scelte, analizzo i fit che mi vengono passati con tool esterni al gioco e capisco perchè non posso usare un determinato modulo o setup, quindi decido la strategia per riempire quei vuoti soddisfando i requisiti che mi mancano.
Sembra una banalità ma mi ci sono voluti ben 3 mesi di gioco (merito anche della mia ottusità crassa, supina, turpe e vergognosa…) per uscire dal vuoto cosmico di ignoranza che mi circondava, e ora comincio a vedere la luce… sarà lunga ma è pur sempre qualcosa.

PS: se qualcuno deciderà un giorno di provare ad addentrarsi in Eve tenga presente questo sacro assioma: prima ancora di installare il gioco scaricare e installate Eve Fitting Tool.
E’ una semplice utility che utilizzando le API del gioco permette di provare qualsiasi fit possiate immaginare senza dover comprare nulla, con questo il gioco assume tutta un’altra prospettiva e quello all’inzio può sembrare oscuro e insondabile acquista magicamente un senso :)

Stay tuned

01/03/2015

Diario di un niubbo spaziale, episodio 1

Sento il bisogno di fare outing… è da circa un mese che ho cominciato a giocare a Eve Online. :)

Non è stata una decisione facile, tutto è nato dopo aver visto questo strepitoso trailer (che ad oggi considero uno dei video promozionali più belli che siano mai stati creati e trasmessi) che ha riacceso in me il desidero di provarci, anzi di riprovarci visto che già anni fa tentai (fallendo) di giocare a questo gioco.
Tutte le più grandi esperienze multiplayer della mia vita (CounterStrike, Battlefield 2 e Lotro) hanno avuto un inizio travagliato, così è stato per Eve, per cui le premesse per un grande e duraturo divertimento ci sono tutte.

Il gioco è famoso per molti motivi, la sua bellezza attira tantissimi giocatori, allo stesso modo la sua complessità e curva di apprendimento (argomento molto interessante a cui dedicherò un post) impressionano al punto da tenerne lontani tanti altri. Per questo motivo cercherò di riportare le mie esperienze ad Eve sottoforma di diario a puntate, il diario di un “nabbazzo” che ha iniziato a giocare da zero, cercando di sfatare miti e leggende su questo titolo tanto famoso quanto poco realmente conosciuto.

Iniziamo da principio con un aspetto molto dibattuto, per cominciare occorre ovviamente registrarsi e scaricare il client, fin qui tutto banale… o no?
In realtà ci sono due modi per iniziare, il primo è in totale autonomia, si registra un account e si attiva la trial gratuita di 14 giorni; l’altra modalità prevede l’invito da parte di un giocatore già attivo, il nuovo giocatore riceve 21 giorni di trial gratuita al termine della quale può interrompere l’esperienza o pagare regolarmente l’abbonamento e continuare a giocare.
Nel caso continui il giocatore che mandato l’invio alla trial riceve una ricompensa, può scegliere se ricevere un mese di abbonamento o un PLEX (una licenza di gioco per 30 giorni); in genere è prassi che chi riceve il PLEX lo giri al nuovo arrivato, il quale può quindi scegliere se sfruttarlo ricavandone un mese di gioco oppure venderlo per farsi un sacco di isk (la moneta del gioco).

La gran parte degli utenti preferisce vendere il PLEX per ricavarne soldi, una scelta che personalmente non condivido per un semplice motivo, all’inizio la mancanza di isk può apparire un problema, in realtà è una potentissima molla che spinge il nuovo giocatore a darsi da fare, a diversificare le proprie attività in game, e quindi a scoprire le tantissime sfaccettature del gioco e di conseguenza divertirsi.
Non posso dire di essere un giocatore di grande esperienza, ciò nonostante ho già assistito a diverse scenato di altri niubbi come me, che pieni di soldi si lamentano perchè non hanno skill o esperienza per sfruttare tutte queste risorse: farmare o acquistare ISK è relativamente facile, spenderli è facilissimo, ma imparare a giocare e sfruttare le proprie risorse è tutt’altra faccenda, e non sarà certo una carta di credito ben affilata a farvi fare esperienza di gioco.

 

Stay poor, stay hungry and stay busy!

27/10/2014

Hatred e la violenza nei videogiochi

Sta facendo un gran parlare di se il trailer di Hatred, ovvero questo simpatico sparattutto in terza persona dove l’obbiettivo sembra essere semplicemente quello di sterminare ogni forma di vita.
Giusto ieri stavo leggendo un post sull’Angolo di Farenz intitolato appunto “Hatred e il senso di giocare“, volevo inserire un commento, ma visto che non ho tempo ne voglia di attendere che qualcuno mi attivi l’account ho deciso di scrivere qui quello che penso di quel post e di quel poco che si sa del gioco.

Iniziamo col dire che anch’io come l’autore del post non sono particolarmente disturbato dal ruolo che il giocatore dovrà ricoprire nel titolo in questione, insomma anche per me non fa ne caldo ne freddo andare in giro a freddare innocenti in un videogioco.
Quello che non condivido è quanto viene detto dopo, io non trovo ridicolo proporre titoli del genere, non trovo che siano scandalosi, e francamente non me ne può fregare nulla del loro presunto valore educativo o diseducativo (ogni adulto è responsabile per se stesso, i minori non sono un mio problema ma dei genitori).

Trovo questo atteggiamento decisamente ipocrita, l’autore non vuol dire che il gioco è scadaloso o sconvenientemente violento perchè sarebbe troppo “matusa” (o simile ai soliti giudizi dei media tradizionali), così mena il can per l’aia pur di demolirlo senza sapere nulla (perchè dal trailer non si deduce nulla dei mille aspetti con cui valutare un videogioco); semplicemente si limita a demolire un titolo sconosciuto dicendo che il massacro è fatto “così a cazzo”, senza motivo.
Ma scusate cari compari dell’Angolo, che mi dite delle migliaia di titoli più o meno acclamati dove il giocatore è costretto a fare cose “a cazzo”?

La ragione vera è che questo gioco si basa su una violenza gratuita e inspiegabile, violenza come fine e non come mezzo che spaventa e innorridisce l’autore e tanti che hanno commentato negativamente, smontando in anticipo un gioco che fin’ora nessuna ha avuto modo di provare.
Io in questo ci vedo molta ipocrisia (o per dirla alla Farenz, “faccia di culo”), per anni si è giustamente risposto  alle accuse di violenza nei videogiochi ripetendo che il mondo dei videogiochi e quello reale sono due cose distinte, ora che un videogioco non solo propone la violenza ma nel modo più crudo e spaventevole (per il semplice fatto che è senza motivo) si accampano scuse e si cerca un “non motivo” per screditare il videogioco.

La realtà è che la violenza gratuita e ingiustificata nel mondo esiste, la troviamo nella storia come nella cronaca, e proprio perchè ingiustificata ci spaventa e rappresenta un tabù.
Io non trovo nulla di scandaloso nel proporla in un videogioco, anzi nel costruirci un videogioco attorno, anzi trovo che sia una operazione normale (visto che è già stata fatta per tantissime altre forme artistiche) che può aiutare ad esorcizzare questa paura e forse a superare questo tabù.

Forse i media dovrebbero riflettere un po’ più sul perchè questo tipo di violenza ci spaventa così tanto, perchè genera risposte così violente (questa si violenza reale, anche se solo scritta) ogni volta che viene inserita in una forma artistica (videogioco, film, libro, musica  o altro), penso sarebbe una discussione ben più matura e utile rispetto allo starnazzare dietro a un videogioco.

23/02/2014

Metro Last Light

Poco fa ho terminato Matro Last Light, sto cercando di fare mente locale e tirare le somme su questo gioco, ma confesso che sto facendo moltissima fatica…
Anche con il predecessore Metro 2033 avevo sperimentato le stesse identiche difficoltà, sto cercando di capire come mai, e più ci penso più finisco con l’associare questa serie al celebre Stalker Shadow of Chernobyl (e successivi titoli).

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Metro Last Light è sicuramente un gioco molto curato, non tutto mi è piaciuto però è evidente che ogni aspetto del gioco è stato il risultato di un lavoro molto attento.
Per essere un fps la trama non solo esiste ma (incredibile dictu…) è persino piacevole, tecnicamente il gioco è davvero molto molto bello, le armi sono carine e abbastanza personalizzabili (avrei preferito ce ne fossero di più, e più diversificate), l’atmosfera poi non manca di certo.
La varietà di gioco è forse l’aspetto meno curato, in genere lo schema che caratterizza il gameplay è abbastanza ripetitivo, avanzamenti solitari (da affrontare preferibilmente in stealth) spezzati da qualche scena più concitata e le solite scene su mezzi motorizzati.

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Quello che però mi ha più indispettito è l’eccessiva linearità, forse è proprio per questo che mentre penso alla serie Metro mi viene spontaneo ricordare la serie Stalker; atmosfere simili, ambientazioni altrettanto catastrofiche con qualche aspetto fantastico, ottima immedesimazione nel protagonista, da una parte (Metro) però c’è una linearità esagerata, dall’altra (Stalker) un modello caratterizzato da una libertà d’azione pressochè totale (oltre a uno schema ibrido tra fps e crpg).
Potendo scegliere ho sempre preferito quest’ultimo, e forse è proprio per questo che fin’ora nessuno dei due titoli della serie Metro mi ha soddisfatto quanto anche solo il peggiore della serie Stalker (Clear Sky).

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Tirando le somme imho Metro Last Light è gioco carino, tecnicamente molto bello, con una discreta atmosfera ma deludente dal punto di vista del gameplay, penso che l’acquisto sia giustificato solo se si è fan della serie, altrimenti meglio passare il proprio tempo libero con altro (Stalker?).

28/12/2013

Stalker: Shadow of Chernobyl

S.T.A.L.K.E.R._Shadow_of_Chernobyl_LogoA distanza di quasi quattro anni dallo splendido “Stalker Call of Pripyat“, stanco, anzi stufo marcio di sparatutto penosi e lineari (qualcuno ha detto CoD?) ho deciso di rigiocare il fantastico capostipite della serie “Stalker: Shadow of Chernobyl”.

Sembra passato un secolo da quando finii per la prima questo titolo, ed effettivamente dal punto di vista tecnologico ne è passata di acqua sotto i ponti da allora.
Devo ammettere che ancora oggi, a distanza di quasi 7 anni dalla sua uscita (correva l’anno 2007…) il gioco è ancora meravigliosamente giocabile e anche molto bello da vedere, niente di paragonabile ai titoli che sfruttano gli ultimi engine e ritrovati grafici, però Stalker mantiene un’ottima atmosfera, non fa sentire il peso degli anni e non da al giocatore quella spiacevole sensazione da retrogaming.
Ovviamente anche al massimo dei dettagli il gioco è estremamente fluido con configurazioni odierne, mi stupirei del contrario.

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Dal punto di vista del gameplay confesso di essere rimasto stupito più volte, anche per colpa degli anni e della confusione tra le tre incarnazioni di questa splendida serie.
Mi ero addirittura scordato dell’esistenza di alcune fazioni, in alcuni casi invece mi aspettavo di trovare accampamenti che invece non c’erano (probabilmente introdotti in Clear Sky) o che in passato avevo del tutto ignorato.
Nonostante la confusione (che regna sovrana nella mia testona…) mi sono davvero goduto Stalker, le sue atmosfere, l’esplorazione della Zona, l’evoluzione dell’equipaggiamento e dei manufatti; ho goduto particolarmente della grande libertà di questo gioco, soprattutto rispetto alla becera linearità degli sparatutto che dominano la scena da qualche anno (con qualche piacevole eccezione, ad esempio l’ottimo Far Cry 3).

Come da copione nel finale sono cascato ancora in uno dei cosidetti “bad endings” (lo stesso di quando finii il gioco per la prima volta, il lupo perde il pelo…),  a differenza di allora però stavolta mi sono messo d’impegno e ricaricato un salvataggio ho provato a terminare il gioco seguendo i due veri finali, c’è una sola parola per descriverli: FANTASTICI!

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Se avete già giocato Stalker sapete già quanto sia bello e intenso questo titolo (e presumibilmente non starete certo qui a leggere le farneticazioni del sottoscritto), se non l’avete mai giocato siete moralmente obbligati a fiondarvi su Steam (dove è venduto a poco più di 10 euro) per acquistarlo, non giocare un titolo del genere sarebbe un crimine!

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