13/09/2006

Invasion (by Matthia)

Stavolta cambiamo un po’ genere, beccatevi questo My2Cents di Matt dedicato a una serie TV

Annoiato da questo cavolo di Spring Framework, e dal fatto che qui nessuno ci dà un passaggio alle 18 per arrivare alla stazione (i soliti colleghi infami)… scrivo giusto quattro righe per dare merito a questa serie: Invasion.

Amante delle solite porcherie riguardanti gli UFO (infatti X-Files è tra i telefilm più belli che ho mai visto), avevo leggiucchiato di questo telefilm che sembrava decisamente interessante, rimasi entusiasta quando seppi su tvblog.it che l’avrebbero fatto su Canale5 questa estate…

Dopo un inizio interessante, e subito un altro paio di puntate un pò senza mordente, divente un crescendo… aumentano certi finali di puntata suggestivi e mi ritornano alla mente due grandissime serie rimaste nella storia: appunto X-Files per via dei temi e per via di alcune puntate che avevano lo stesso temperamento e, poi, quel Twean Peaks (anche se è meglio dire Il Villaggio dei Dannati o L’Invasione degli Ultracorpi) per quel senso di oppressione ed insicurezza in cosa stava diventando man mano quella cittadina americana sconquassata da un solito terribile uragano…

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Purtroppo, a causa dei non molti ascolti (solo in America, in Italia ed altri paesi ha sfondato) e degli alti costi era in procinto di andare una seconda serie ma a maggio è stata sospesa la scelta. Ma i maggiori attori stanno già andando in altre serie, come Fichtner va in Prison Break, etc…

Un peccato, perché è veramente una delle serie più interessanti… si, ultimamente i telefilm belli sono decisamente in aumento (Lost, The 4400, etc…), ma uno sugli alieni fatto alla vecchia maniera (niente di futuristico e mirabolante come in Visitor), nella solita cittadina americana… bé, è di quelli che non si dimenticano…

Peccato anche per un finale un pò affrettato con “un casino in mezzo” ed ovviamente per dei casi decisamente appesi e non risolti (pensate che il finale finisce proprio come se dovessi aspettare la prossima puntata!)… non troppi a dire il vero… non è un gran finale artistico come la 3a serie di Smallville, ma la serie meritava…

‘sti cavoli di deficienti americani, dopo Tru Calling, ne hanno fatta un’altra…

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24/08/2006

Table Tennis (by Matthia)

Beccatevi questo ottimo My2Cents da parte del prode Matthia e godete forte, vale più di tante recensioni della tanto blasonata stampa specializzata 

PREMESSA
So che è una premessa che ho già fatto precedentemente, ma devo cmq riportarla nuovamente poiché doverosa… innanzitutto perché il gioco è ‘particolare’… si, perché non stiamo parlando di un FPS o di un RPG ma di un gioco di sport… e non di calcio o formula 1 ma di tennis tavolo o, più comunemente detto, ping pong. Quindi vedo chiunque a partire giustamente prevenuto nel giudicare o toccare con mano un… gioco da ping pong. Forse è anche per questo che Rockstar di San Diego ha deciso di vendere un gioco del genere non a prezzo ‘pieno’, e cioé i soliti 65€ medi di un gioco per xbox360 ma un quasi budget-game a 39.90€, sia per la particolarità del titolo sia perché ha una gestazione meno impegnativa rispetto a tanti altri tipi di gioco.
Forse io parto un pò meno prevenuto di una persona ‘media’, poiché il ping pong mi è sempre piaciuto. Adoravo quando ‘si portava’ quei 15 anni fa quando ero adolescente, quando fra amici e cugini era diventata la mania del momento diventare sempre più forte in questo sport, trovare un tavolo a disposizione nei lidi e nelle sale giochi più vicine. Mi ricordo che un mio cugino si faceva prendere talmente da inventare nuove stupide e folkloristiche battute :) ed inoltre comprare addirittura racchette semi-professionali.
Passati quegli anni, adesso per fortuna mi ritrovo a giocare nuovamente a ping pong da qualche mese grazie all’invenzione di una mia collega di riciclare i tavoli della sala riunioni in ufficio come tavolo da ping pong (ovviamente dopo aver comprato la rete), quindi mi ritrovo a divertirmi quasi ogni giorno con qualche sfida durante l’ora di spacco in ufficio :)
Ovviamente, e questo non dovrei neanche dirlo, gioco a livello amatoriale, mooolto amatoriale, diciamo il classico giocatore da partitella estiva al tavolo da ping pong del lido, se così vogliamo dire ^_^
Non essendo questa una vera recensione, non ho nè voglia di costruirla nè di impostarla, e per questo che spesso mi rifugio in paragrafi senza ordine parlando esclusivamente degli argomenti che io reputo più importanti come grafica, gameplay, conclusioni, etc… passo così ad elencarli in ordine sparso:

GRAFICA
Una cosa ho capito ed è che la next-gen grafica finora l’abbiamo vista solo nei titoli sportivi e, sebbene sia un fatto ovvio visto la natura stessa dei titoli che non necessitano di grossi aree di gioco, molti modelli da definire, etc… come in altri giochi, mi è cmq parso un pò troppo evidente lo stacco tra sportivi graficamente eccelsi e FPS/Action/Etc… invece piuttosto poco next-gen. Ad ogni modo, anche Table Tennis come titolo sportivo rientra nei giochi graficamente spettacolari e next-gen. Pur avendo come “diretto concorrente” quel Fight Night 3 che è forse di due generazioni avanti a qualsiasi altra cosa fatta vedere, il gioco Rockstar si difende egregiamente. Certo, FN3 deve contare anche su ring e spalti molto ampi e ben visibili da calcolare, mentre in TT l’ambiente circostante è molto limitato e, come da riprese televisive, è ben oscurato tale da far sembrare gli spettatori delle silouhette. D’altra parte parquet, tavolo, racchette e poco altro sono top-notch con delle riflessioni traslucide e veritiere incredibili su pavimenti laccati o su esposizioni di luce sulle racchette in particolari angolazioni, tali da far notare anche la superficie poco liscia sul rivestimento gommoso della racchetta. Passando invece ai giocatori, sono realizzati benissimo. Ripeto non hanno l’incredibile cura ultra-realistica come in FN3 ma sono cmq spettacolari, anche se hanno un tratto meno fotorealistico e più da “modello costruito in 3D”, se mi passate il termine. Ad ogni modo, potrete guardarli meglio nelle zoomate durante i replay o piccoli sketch durante la partita o meglio nella sezione dei personaggi. Sebbene non abbiano faccie fotorealistiche, il dettaglio è impressionante, le movenze delle espressioni (seppur poche) sono ottime, e quel leggero e ben usato gioco di luce riflette la pelle in maniera adeguatissima, anche quando comincia a comparire il sudore dopo qualche giocata più esaustiva. Non così fotorealistico e ‘pesante’ come in NBA Live! di EASports, ma come per prima, diciamo piuttosto adeguato.
Una cosa di sicuro TT diventa come metro di paragone è la fisica applicata ai vestiti. Mai prima d’ora ho visto un così realistico comportamente di una t-shirt adeguarsi al movimento del giocatore. Addirittura se un personaggio alza lentamente il braccio in segno di vittoria, si può notare nettamente la maglietta corta allungarsi dolcemente e la creazione di pieghe! Davvero incredibile.
La cosa che più fa ridere però, è che questo dettaglio durante le partite non si nota quasi, cioé non ci sembra di stare a giocare ad un gioco tecnicamente molto ben fatto, ma soltanto ad un qualcosa di molto pulito ed ‘adeguato’, facendo perdere così credito a quanto ci hanno lavorato su gli sviluppatori. Da ricordare infine, le splendide animazioni dei personaggio giocanti. Non so se hanno utilizzato il motion capture, ma sono realistiche, ben si sposano con il dettaglio dei modelli poligonali. Vederli evitare la palla quando si accorgono che sta uscendo fuori, oppure effettuare un passo più goffo quando non riescono a raggiungere una palla un pò troppo distante, oppure le diverse inclinazioni che effettuano quando raccolgono la palla in situazioni sempre diverse… insomma, è un gran bel vedere. Forse avrei preferito qualche caratterizzazione in più nelle esultanze di ciascun personaggio per meglio caratterizzarli, ma vabbé…
Graficamente assai sfiziose le diverse magliette sbloccabili e non per ogni personaggio, addirittura alcune che calzano corte e più attillate, mentre altre lunghe per chi se le mette da fuori o chi le sblusa all’interno del pantaloncino :) Molti anche i campi ma per natura stessa di cià che viene fatto vedere dell’ambiente circostante non ci farete troppo caso.
Non aprendo un paragrafo a parte poiché mi sembrava un pò troppo, parlo qui della fisica della pallina. Se per il vestiario è una cosa mai vista prima, anche qui siamo quasi a quei livelli. Stiamo pur sempre parlando della fisica soltanto di una semplice pallina, ma è straordinario vedere come ben si comporta molto realisticamente la palla ad ogni tocco felpato, ad una smorzata, ad una schiacciata di diversa natura, senza contare che non ha mai percorsi guidati di qualche tipo, può addirittura capitare che la pallina tocchi in qualche modo le parti sotto il tavolo stesso o ben inclinate ai tavoli. Quando la pallina viene smorzata sotto rete e cade realisticamente. Una bellezza, anche se ho ancora qualche dubbio sulla ultra-realisticità completa dei movimenti della pallina esattamente come nella controparte reale.
Musichette carine ed azzeccante, ma nulla di particolare e nessuna che potrebbe diventare nel vostro cervello come il tormentone dell’estate :)

GAMEPLAY
E’ questa l’arma vincente di questo titolo ‘anonimo’. Quando vidi i primi video di questo gioco, ancor prima che dovesse uscire, ero mooolto dubbioso (ma mi ricordo che anche altri lo erano esattamente, almeno per una cosa…) in quanto la velocità degli scambi durante una partita erano nettamente inferiori alla controparte reale. E francamente vedere degli scambi ‘al rallentatore’ in una partita di ping pong non è certo bello. Altra cosa che a me personalmente dava fastidio è che immaginando il gioco più simulatore che arcade, il fatto di vedere di poter fare troppi scambi (vedevo anche giocate da oltre 60 scambi nei video) era decisamente poco realistico vista la natura del ping pong. Certo, m’immaginavo come potesse essere un simulatore di ping pong, insomma rendere impegnativa col joypad una risposta adeguata e reale al tocco della palla invece che con la racchetta, ok, ma poi poter vedere che al semplice click di un pulsante potessi rispondere ad una battuta… bé… ma ben presto tutti questi dubbi sono svaniti quasi come per magia.
Se per la velocità della pallina è leggermente ritoccata verso il basso nelle fasi ‘normali’ della partita, questa comincia a salire prepotentemente durante le fasi di concentrazioni dei giocatori e quando cominciano a colpire con maggiore potenza la pallina. Se diciamo le fasi, come le ho chiamate prima, ‘normali’ sono la fase di studio della partita, di accumulo della concentrazione e del classico palleggiare, la fase di attacco (dall’altra parte difesa) e/o del rischio del giocatore sono quelle dove la palla acquista velocità e rende più difficile piazzarla (in alcuni casi per chi attacca) ed in maniera equivalente più difficile recuperala (per chi difende). Non parliamo poi quando entrambi i giocatori entrano in modalità di concentrazione massima, dove tutto si oscura attorno a loro e vengono puntati a mò di rilettore solo il tavolo con velocità forsennate della pallina che schizza da un lato all’altro del campo dove la percezione non è tanto il solo prendere la pallina quanto doverla piazzare con un tocco rischioso in modo da interrompere la lunga serie di scambi frenetici e fare il punto.
Il secondo dubbio relativo alla frequenza degli scambi visto la natura arcade che presentava nei video si è anch’essa dileguata giocando il gioco più a fondo. Diciamo che il gioco non è arcade e non è, nel modo che posso avere in mente io, una piena simulazione, ma decisamente una precisa via di mezzo. E’ arcade perché è fin troppo facile toccare la pallina e mantenerla in campo, infatti basta la semplice pressione di un tasto (se si usano i 4 pulsanti per gli effetti), ma diventa simulativo nella padronanza del gioco. Il motto della software house in questo gioco è “Easy to play, hard to master”, cioé chiunque può iniziare a giocare, è facile, molto facile, ma diventa dura assimilare il gioco vero e proprio e cominciare a padroneggiarlo a cercare di usare al meglio il proprio personaggio, quando e come saper rischiare la palla, etc… Se mi permettete un paragone, è quando a mare una persona sa galleggiare nell’acqua (in TT sarebbe il palleggiare dell’easy to play), mentre è ben diverso chi sa nuotare, chi è, ad esempio, un campione nello stile libero (in TT sarebbe l’hard to master).
Ebbene Rockstar ha fatto centro poiché se è fin troppo banale palleggiare, diventa molto più eccitante e remunerativo cominciare a capire come diversificare il gioco, le tattiche.
Ecco, le tattiche, molto si sono lamentati che ci fossero solo personaggi già preconfezionati con le proprie statistiche ed abilità già fatte, mentre avrebbero preferito un tool per la costruzione del proprio personaggio (che sta quasi diventando una moda: Oblivion, Fight Night 3, Top Spin 2…). Eh si, sebbene questa avrebbe portato una più alta varietà degli scontri tra personaggio e personaggio, è anche vero che questo può anche non essere un difetto. Insomma, saper utilizzare il proprio personaggio con pregi e difetti, diventa quasi un gioco scacchistico. Pensate che in un picchiaduro, ad esempio, si impara ad usare bene i personaggi con abilità peculiari per gusto e propria inclinazione ed a saperlo sfruttare contro altri di sua conoscenza e non. Bé, qui funziona allo stesso modo.
C’è chi predilige potenza e schiacciate di diritto e si prenderà Jasper, o chi giocatori più a 360° in attacco e difesa come Jurgen, o giocatori lenti, difensivi ed impostati sugli effetti come Kumi.
A volte ti sembra di diventare fortissimo quando sai usare i pregi del tuo personaggio preferito e conosci i punti deboli del tuo avversario (mi è capitato molto volte usando Solayaman contro il famoso schiacciatore Jesper), ma quando ti accorgi che il tuo avversario non solo sa le stesse cose che sai tu ma sa anche dosare le abilità di ciascuno ed improntare le giuste tattiche ed i tempi giusti ti rendi conto che l’hard to master non è ancora alla tua portata.
A proposito, il giocatore spesso si muove più goffamente di quanto potrebbe essere nella realtà quando prova un recupero di lato, ma questo è un modo per rimanere nel mondo del ping pong. Sarebbe stato poco consono e realistico vedere un giocatore muoversi agevolmente da un lato all’altro del tavolo per recuperare dei laterali dell’avversario. Non è tennis questo… è table tennis :)
Ah, molto carino lo stile delle interfaccie e bisogna aggiungere che per ogni partita con cambiamento di personaggio e/o luogo ci vuole un 10 secondi abbondanti per cominciare la partita. Non è di certo poco tempo, ma non dà neanche troppi grattcapi.
Stimolante, soprattutto nel single player, sbloccare gli oggetti come magliette, campi e personaggi, ma a qualche professionista (non di certo io che non ne capisco nulla) sarebbe piaciuto poter scegliere ed applicare componentistiche alla racchetta come la gomma ed altro, ma qui secondo me l’ago che punta tra l’arcade e la simulazione si sarebbe direzionato abbondantemente su quest’ultima.

SINGLE PLAYER vs MULTIPLAYER
Il vero fulcro di questo gioco è ovviamente il multiplayer, come qualsiasi altro gioco sportivo, dai, è inevitabile.
Il single player di TT si compone di quattro campionati slegati senza campagne o trame, di difficoltà crescente e con lo sblocco di nuovi personaggi. Se i primi due campionati sono veramente troppo facili, dal terzo il gioco s’impenna come difficoltà. A seconda del personaggio che userete troverete parecchie difficoltà con altri avversari o vie più agevoli con altri. L’AI si dimostra discreta: l’avversario della CPU sembra arrabbiarsi e scatenarsi se sta in difficoltà, ma non troppo spesso riesce a capire i giochetti o le giocate ripetitive che gli si fanno contro.
Il multi invece è un toccasana: quasi mai lag online, si fanno mini-tornei a tempo fra 4 giocatori, si scalano le classifiche annuali, settimanali, fra amici, mondiali e soprattutto ci si può scontrare con giocatori seri ed imprevedibili. Un peccato che non vengano mostrati il ranking dell’avversario ed i dati della partita impostata da chi ospita il game prima del match da accettare.

CONCLUSIONE
Il portafoglio titoli dell’xbox360 sta crescendo man mano e non di poco, ma personalmente stento ancora a trovare pezzi da 90 in circolazione, sono ancora pochissimi: Oblivion, GR:AW… ma stranamente un semplice gioco da ping pong rientra a far parte di questi pochissimi hits, aumentando i giochi di eccellenza a disposizione della prima macchina next-gen presente sul mercato.
Table Tennis è una piacevolissima sorpresa. Nel suo “piccolo gioco” è (quasi)perfetto. Molti l’hanno definito il Winning Eleven del ping pong… per me è un pò esagerato come paragone visto che il gioco del calcio è ben più difficile e complesso da trasportare in un gioco, ma potrebbe anche calzare…
TT sarebbe potuto essere un divertimento pazzesco col 2 vs 2 innalzando ulteriormente la bontà di questo titolo, ma purtroppo Rockstar ce l’ha negato. Forse in un eventuale seguito anche se vista la struttura del gameplay lo vedo come un difficile inserimento. Ad ogni modo sarebbe l’unico motivo per me per poter acquistare un eventuale seguito.
TT quindi è un gioco tanto semplice tanto divertente ed impegnativo, che tranquillamente potrebbe far gola anche a chi pensa che sia stupido dover comprare un gioco di ping pong, perché diventa a poco a poco un altro bel gioco sportivo da giocare con gli amici o online. Se vi va qualcosa di più complesso e lungo opterete, ad esempio, per il classico calcio della Konami, ma se volete qualche sfida più veloce (veloce si fa per dire, una giocata da 21 per 3 set ci potreste impiegare un casino :)), e per certi versi meno impegnativa (anche se le sudate reali ci sono anche qui, eh :P), bé TT è il gran gioco di xbox360.

PREGI
– Immediatezza, facilità e profondità allo stesso tempo;
– Grafica pregevolossima e next-gen;
– Uno dei migliori utilizzi della fisica (pallina e vestiti) mai applicati;
– Online senza lag;
– Ha il fascino dei giochi nostalgici: tutto gameplay e sostanza :P;

DIFETTI
– Manca il 2 vs 2 (il più grosso difetto del gioco);
– Tool creazione nuovo personaggio (non necessariamente può essere considerato un difetto);
– Manca una modalità carriera;
– Graficamente ha uno stile meno realistico rispetto al peso massimo Fight Night 3 (ingiusto paragone :P);

VOTO GLOBALE
92/100

19/07/2006

Half Life 2: Episode One

Rieccoci a rivivere le atmosfere degradate (anzi… devastate…) di Half Life 2.
Per chi non lo conoscesse Episode One è la prima espansione per Half Life 2, prima di una serie che verrà distribuita tramite Steam, con buona pace dei tapini che non posso godere di una connessione con un sacco di banda.
Cominciamo subito col dire che questo data disk è una banale espansione della trama, non sono state aggiunte armi ne modalità particolari che possano distinguere questo capitolo dal precedente.
Trattandosi di uno pseudo data-disk anche questo my 2 cents non può che essere alquanto ridotto, dato che di roba da dire effettivamente ce n’è pochina.

La trama di Episode One riprende esattamente da dove si era fermato il secondo capitolo della saga di Half Life, il prode Gordon Freeman, seguito dalla sempre affascinante (e ancora più ammiccante) Alyx, si ritrova sulla sommità della mega torre da dove il perfido Dr. X (o come diavolo si chiamava) stava tenendo il scacco il mondo intero…
Dopo aver sconfitto il suddetto malefico e destabilizzato il nucleo centrale della torre, i due piccioncini si ritrovano a fuggire da quell’orrendo posto, il problema sta nel fatto che tutto sta per essere devastato dal collassamento del nucleo stesso.
Ovviamente voi siete Gordon Freeman, siete l’eroe, quindi dovete correre in soccorso di tutta l’umanità, rientrare stabilizzare il nucleo per dare la possibilità a tutti di fuggire e poi darvela a gambe voi stessi.
Fortunatamente questo data disk non si riduce a questo, diciamo però che conclusa questa fase iniziale siamo già arrivati verso metà del gioco, il che la dice lunga sulla longevità di questo ultimo parto di mamma Valve.

Il gameplay è rimasto lo stesso di HL2, una via di mezzo tra azione e staticità, tra un fps riflessivo con avversari a “ondate” in stile unreal, e un fps frenetico alla Quake 4, insomma quel bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto che in genere non accontenta mai nessuno, figuriamoci nel mondo dei videogiochi, dove l’essere schizzinosi è una caratteristica intrinseca del pubblico giocante…
Personalmente a me questo approccio non dispiace, lo ritengo una sorta di terza via ottima per i neofiti, un ritmo che lascia al giocatore la possibilità di godere degli aspetti tecnici e visivi del gioco, cosa che in un fps frenetico e adrenalinico (come appunto il bellissimo – imho – Quake 4) spesso viene ignorata a causa della tensione dello scontro.
Va da se che però un giocatore abbastanza scafato (o cmq con qualche altro titolo alle spalle) troverà questo ritmo troppo veloce e carente di aspetti tattici per somigliare a un BiA e troppo lento e palloso per somigliare a un Q4, insomma ‘na sola…

Durante le 4-5 ore di gioco che può offrire, questo Episode One non presenta avversari particolarmente ostici o delle sfide sufficientemente soddisfacenti, si incontrano i soliti soldati Combine, un po’ di zombie, qualche mina da disinnescare, un solo insettone volante, qualche formica-leone, un formicone gigante e un misero Strider (detto così fa quasi tenerezza…); l’unica novità sono i Combine zombificati, gli Zombine, i quali però a volte saltano in aria da soli, dato che estraggono una granata e si lanciano verso Freeman in stile kamikaze…. basta un colpo di shotgun ben assestato e il mostro finirà a terra dove la granata da lui stesso attivata lo farà schizzare sulle pareti vicine…

Le armi sono le stesse presenti in HL2, nessun cambiamento da questo punto di vista; purtroppo a differenza di HL2 non c’è nessuna sezione a bordo di qualche mezzo di trasporto, cosa che personalmente avrei gradito parecchio, se non altro per il fatto che avrebbero aiutato a spezzare un po’ il ritmo dell’azione.

Dal punto di vista tecnico il gioco ovviamente riprende lo stesso blasonato (ma ormai un po’ vecchietto) motore di HL2 con l’aggiunta degli effetti legati alla luminosità (c’è la possibilità di selezionare Bloom o HDR).
Credo che l’HDR sia stato implementato anche via software, dato che ho potuto abilitarlo anch’io pur non essendo dotato di una scheda video che lo supporta in hardware.
La differenza si vede, soprattutto guardando direttamente le fonti di luce, la mia personale perplessità sta nell’utilità di tutto questo, dato che viste con l’HDR abilitato le fonti di luce sembrano dei “piccoli soli” che fanno sembrare ben più dettagliate le fonti di luce che non usano questo effetto, vedere gli screenshots per credere…
Per il resto tutto è rimasto tale e quale ad HL2, pertanto per giocarlo sarà sufficiente una macchina di 2 anni fa, con almeno una GeF 6600 o una Radeon 9500.

In definitiva credo non ci sia molto da dire, il gioco è soltanto una specie di HL2 tirato per i capelli, una forzatura che presa
singolarmente avrebbero fatto meglio a non pubblicare, staremo a vedere come continueranno le vicende del prode Dr. Freeman…
Ad essere sincero non so nemmeno quanto costi questo Episode One, certo è che imho anche solo 20 $ sarebbero un furto colossale, secondo me 10 $ dovrebbero essere il prezzo massimo che si potrebbe chiedere per un data disk di una longevità così ridicola (finito in 4-5 ore di gioco circa…) e con un tasso di innovazione prossimo allo zero…

Per concludere beccatevi sta trafila di screenshots, al solito io da diffidente DOC dei vari filtri e ammennicoli vari ho voluto sbatterci la cucuzza attivando e disattivando AF, FSAA, Bloom HDR e Full HDR.
Obbiettivamente è impossibile non notare l’HDR, utile l’AF, rimango ancora perplesso riguardo al FSAA, specialmente a risoluzioni superiori alla 1024×768 (ovviamente tutto va valutato in rapporto alla dimensione del display…).

Diciamo che in definitiva sono tutte cose belle dal mio pdv, la perplessità che mi rimane è: quanto di tutto questo è realmente percepibile durante uno scontro a fuoco in un fps?

Ai posteri l’ardua sentenza :)

Intanto beccatevi un paio di screenshots, non sono molto ma danno abbastanza bene l’idea di cosa sia l’High Dynamic Range e di come influisca sulle sorgenti luminose di una scena.

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