28/04/2013

Assassin’s Creed 3

Assassin's_Creed_III_Game_CoverHo terminato Assassin’s Creed 3, sul giudizio complessivo mi trovo perfettamente d’accordo con Metacritic, e con questo mi riferisco ovviamente al giudizio degli utenti non di quei buffoni della stampa specializzata (ogni giorno che passa mi chiedo che senso abbia tenere i giudizi della stampa su quel sito, ormai hanno una credibilità talmente ridicola che non basterebbero 100 anni di recensioni oneste per risollevare la loro reputazione).

In definitiva un gioco senza infamia e senza lode, largamente inferiore al 2 che ad oggi imho rappresenta il top che sia mai riuscita ad esprimere questa serie.
Come al solito le vicende di Desmond ai giorni nostri con la ridicola storia tra Giunone, Minerva, Asterix e Obelix fa ridere anche i polli ed è talmente inutile da risultare quasi fastidiosa, riguardo all’ambientazione storica invece ci sono alti e bassi.

Il personaggio in se non è malaccio, diciamo che se all’inizio sembra un fantoccio inutile, con l’avvicendarsi degli eventi assume sempre più una fisionomia dettagliata e diventa quasi carino nel suo procedere tra errori e ingenuità.
Come da prassi a fronte dell’uccisione di uno degli avversari principali scatta il sermone-simili-pippone, come da tradizione il povero Connor (il protagonista) scopre di aver frainteso ogni cosa e ci rimane come un fesso…

Gli aspetti negativi imho risiedono soprattutto nel piattume totale delle 2 città (Boston e New York), che oltre ad essere monotematiche e pressoché identiche (in termini di architettura e struttura in generale) sono anche spaventosamente piccole.
Insomma anche sulle città AC2 vince a mani basse, buttate nel cesso tutta la fastosità di Venezia, Firenze, San Gimignano, Forlì e sostituitela con due baraccopoli pressochè identiche senza monumenti, senza zone caratteristiche, senza nulla e popolate di casupole di legno accatastate l’una accanto all’altra.
Il panorama è talmente piatto e inutile che addirittura ci sono diversi punti di osservazione posti in cime ad enormi alberi dove Connor si ritrova a scrutare l’orizzonte nascosto tra le foglie in mezzo alle cagate di merlo…
Oltre alle due città l’unica altra location è una zona di frontiera composta da un paio di villaggi separati da boschi, per quanto la “wilderness” si ben riprodotta questa zona è tutto sommato discretamente noiosa; potrebbe avere una sua ragion d’essere nella caccia (finalizzata alla raccolta di denaro da spendere per migliori equipaggiamenti), peccato che tutto venga sonoramente vanificato dal sistema di produzione delle materie prime presso il villaggio (una sorta di base operativa che idealmente rappresenta un’evoluzione della villa di Ezio in AC2).

Se passiamo ai combattimenti lo scenario è se possibile ancora più piatto, le armi sono di una inutilità sconfortante, anche costruendo e acquistando armi più potenti, più veloci, più adatte alle combo, la potenza, la velocità e le combo rimangono sempre le stesse…
Anche cambiando arma le animazioni rimangono uguali, a questo aggiungete il fatto che esistono solo 3 tipi di avversari che si affrontano con 3 “combo” differenti… anche qui parola grossa “combo” dato che si tratta della pressione di due tasti in sequenza, ovvero: attacco base (E+click sx), attacco 1(E+SPAZIO+Click sx), attacco2 (E+E+Click sx).
Da questo schema si distinguono giusto 2 avversari pseudo-boss, il resto è un continuo ripetersi di questi 3 schemi.

Altro aspetto che non ho gradito per niente è stato il modo con cui gli sviluppatori hanno rimpiazzato la sezione pseudo-gestionale introdotta in AC2.
Forse nel predecessore questa componente era stata un po’ troppo semplificata e ricondotto ad un semplice “guadagna soldi-compra upgrade”, in questo AC3 anzichè migliorarla l’hanno completamente stravolta.
Se in AC2 c’era anche una componente visiva appagante (a fronte di un upgrade il borgo subiva un miglioramento tangibile), in AC3 tutto sembra finalizzato unicamente allo sblocco di nuove abilità dei membri del villaggio.
Anche il villaggio in se si evolve, si creano rapporti tra gli npc, i quali non sono solo stupide marionette che pascolano tra le vie ma hanno una storia, un background e una evoluzione (e questo è indubbiamente un aspetto positivo di AC3), il problema è che tutto questo è troppo spudoratamente finalizzato ad uno sblocco di skill.

Per assurdo poi gran parte delle skill del villaggio risultano sostanzialmente inutili, questo perchè gran parte delle armi sono inutili (vedi sopra) e perchè la quasi totalità degli oggetti craftabili sono poco vantaggiosi anche per il commercio.
Le uniche materie prime utili sono quelle necessarie al crafting di sacche e fondine nuove, alla costruzioni di nuove armi (giusto per togliersi lo sfizio da collezionista, l’utilità è tutt’altra faccenda…), alla costruzione di carri e navi con cui commerciare e poi le pelli, vero pilastro del commercio in AC3 con cui macinare soldi a palate.
E quando dico a palate intendo tanti soldi, talmente tanti da potersi permettere di acquistare tutto quello che hanno da offrire i mercanti (armi, vestiti, mappe, consumabili) e tutti gli upgrade navali in un’unico capitolo di gioco (in totale se ricordo bene sono 11), come?
Semplicemente lasciando fare tutto agli npc, si mandano navi e carri a vendere carichi di pelli, e nel tempo richiesto per il trasporto e la vendita l’npc cacciatore avrà raccolto abbastanza pelli per spedire un nuovo carico, il giocatore deve soltanto  spostarsi nella sezione delle materie prime, acquistare nuove pelli e rivenderle ad una cifra più alta, ad esempio una pelle d’orso acquistata a 240 £ si rivende via mare a oltre 1000 £, il tutto a ciclo continuo… come diceva il giovane John Connor (quello di Terminator): “soldi facili”

Unico aspetto di AC3 promosso a pieni voti è quello dei combattimenti navali, belli, belli, belli, belli!
La struttura è semplice ma al contempo geniale, la realizzazione della nave, gli accessori, le ambientazioni navali, e soprattutto i combattimenti, tutto è realizzato benissimo e concorre a rendere esaltante ogni scontro, soprattutto la violenza delle esplosioni e le tempeste.
Peccato che le missioni in mare siano davvero poche (3 o 4 per ogni capitolo) e alcune siano davvero brevi, spero vivamente che la vocazione “piratesca” del prossimo capitolo della serie sia pesantemente ispirata a questa modalità di AC3.

Insomma alla fine mi rendo conto di essere stato fin troppo di manica larga nel mio giudizio iniziale, AC3 imho non merita la sufficienza data dagli utenti di Metacritic, però non merita nemmeno una bocciatura totale grazie alla trama abbastanza carina, gli aspetti puramente tecnici (il gioco è recente eppure gira col massimo dei dettagli a frame rate notevoli anche su configurazioni di fascia medio-bassa, oggettivamente poi è un piacere per gli occhi) e la componente navale esaltante seppur breve.
Da 1 a 10 imho merita un 5.

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