15/06/2013

Subsonic

SubsonicLogoOggi si sente un gran parlare di servizi di streaming audio per portarsi appresso tutta la propria musica ovunque ci si trovi, servizi tipo Spotify o altre vaccate simili promettono mari e monti, salvo poi ritrovarsi inondati da una tale quantità di brani da non saper più quale scegliere…

Se anzichè dipendere da questi servizi preferite “degooglelizzarvi” e portarvi davvero ovunque la VOSTRA musica, sul VOSTRO hardware, con i VOSTRI servizi, allora vi consiglio di dare un’occhiata a questo fantastico servizio che risponde al nome di Subsonic.

Subsonic è ufficialmente un server di streaming audio completamente free che vi permette di ascoltare i vostri mp3 usando una comoda interfaccia web oppure delle applicazioni dedicate (anche per dispositivi mobile).
Tecnicamente parlando si tratta di una applicazione java disponibile sia come comodo package .war da deployare su un servlet container a piacimento (es Apache Tomcat), oppure come setup omnicomprensivo (applicazione + jetty) per Windows, GNU/Linux RedHat (rpm), Debian/Ubuntu (deb) oppure MacOS (pkg).

Tutto quello che dovete fare è lanciare il setup, attendere il completamento dell’operazione e poi collegarvi sulla porta standard 4040 (ovviamente personalizzabile a piacimento), loggarvi come amministratore e configurare i pochi semplici parametri necessari al funzionamento (es la directory che contiene i propri mp3).
Per esporre il servizio online potete scegliere se nattare il servizio oppure esporlo mediante un reverse proxy (io ho scelto quest’ultima strada), per fare in modo che il servizio utilizzi il protocollo https dovete seguire le semplici istruzioni che trovate in coda a questa pagina.

Riguardo alle applicazioni mobile (ma non solo) avete solo l’imbarazzo della scelta, a questo link trovate tutte le possibili alternative free o a pagamento; per utilizzarle vi basta installare la vostra prescelta sul dispositivo, puntare alla url del vostro server Subsonic e inserire le credenziali per autenticarvi.

Infine per raggiungere il vostro server Subsonic dalla fida ADSL di casa vi basterà registrarvi su uno dei tanti servizi di dns dinamico, crearvi un hostname pubblico e fare in modo che questo venga costantemente aggiornato con il vostro ip dinamico mediante le apposite utility fornite dal provider del servizio.

Beccatevi il mio gioiellino appena installato… e già, sono un fan sfegatato dei Dire Straits ;)

subsonic

24/02/2013

Piwik

logo_piwikPer la prima “puntata” della serie de-googleize vorrei parlare di un software, anzi di un gran bel pezzo di software, che risponde al nome di Piwik.

Non mi dilungherò eccessivamente nella descrizione di questo progetto e delle sue fantastiche features dato che l’ottimo (dico davvero, sia dal punto di vista tecnico che comunicativo) sito ufficiale parla da solo.
Piwik sostanzialmente è un progetto in php, html5 e javascript evoluto che permette di effettuare in proprio quello che Google Analytics o Webtrends Analysis fanno, ovvero analisi di accesso ai siti mediante javascript tracciante (o in alternativa gif o codice php), insomma l’evoluzione del vecchio concetto di analisi dei log di accesso ai siti (che continua ad esistere e avere imho assolutamente senso, e per il quale esistono ottimi tool come gli immortali Awstats e Webalizer).

Qualcuno obbietterà che i prodotti di Webtrends sono a pagamento (e non certo per due lire, credetemi….) mentre Google Analytics è gratuito, forse costoro ignorano il colossale data mining effettuato da Google sui dati raccolti mediante Analytics; praticamente ogni informazione, dalla provenienza dei visitatori alla risoluzione dei loro display viene “digerito” da Google e sfruttato a fini commerciali (= advertising, la colonna portante della grande G).
Pensandoci bene verrebbe da chiedersi se non debba essere Google stessa a pagare gli utenti per usare quel servizio.

Provatelo, guardatevi l’ottima demo, l’installazione è di una banalità disarmante (ne più ne meno come i soliti classici stranoti cms sviluppati in php, Drupal, WordPress, Joomla e simili) ovvero upload dei file, modifica del file di configurazione per accedere al solito db MySQL e siete in pista.
Per la cronaca funziona perfettamente anche con un banale contratto di hosting, da Aruba a OVH passando per tutti i provider di hosting php del pianeta.

Ricordate, riprendere il controllo dei servizi, riprendere il possesso dei dati!

12/02/2013

De-googleize 2.0

Più di un anno fa ho dato il via a un processo che ho soprannominato “degoogleizzazione”, fin da subito le persone a me vicine (colleghi e amici in primis) a cui ne ho parlato mi hanno squadrato come un alieno, dubbiose se fossi preso da follia oppure semplice “fanboysmo”.

In realtà, come spiegavo in quel vecchio post, la mia non voleva essere una crociata fine a se stessa, e personalmente non sono mai stato preda di odio o avversione ingiustificata nei confronti di Google.
Anzi, col tempo ho ripensato molto a questo processo, e osservando le persone che mi stanno vicine (sia online che offline) mi sono reso conto di quanto fosse limitato l’obbiettivo che mi ero posto nel lontano dicembre 2011.

Prendete come esempio il recente grave disservizio generato dai link “mi piace” di Facebook, non pensate al disservizio in se ma provate a concentrarvi su quanto potere quel semplice link ha dato a Facebook.
Oppure pensate a quanto potere viene dato a Google ogni volta che un webmaster “farfallone” inserisce il codice javascript tracciante per analizzare il traffico del proprio sito con quel servizio.
E come questi esempi ce ne sono tanti altri, basta che uno dei gestori di questi servizi modifichi un javascript per ribaltare le sorti di un migliaia, o milioni di siti; basterebbe un file hostato su un sistema lento per rallentare tutti i siti, basterebbe qualche riga di codice in un javascript per raccogliere dati sui visitatori, basterebbe un link errato per generare un disservizo estremamemnte esteso.

Se ci pensate bene però la colpa non è di Google, di Facebook, di Twitter o di Linkedin, la colpa è di noi utenti che gli abbiamo dato questo potere, che ci lasciamo “mungere” costantemente dati senza battere ciglio, anzi ringraziandoli pure per i loro scintillanti servizi… quando invece dovrebbero essere loro a pagare per sfruttare l’utente :\

Ecco perchè il concetto di degoogleizzazione va ben al di la dei servizi della grande G, si estende a tutti quei servizi che per cattiva informazione, ignoranza oppure semplicemente per pigrazia sono diventati indispensabili per molte persone, utenti che se anche volessero non potrebbero abbandonarli.
Da qui il nuovo concetto esteso di degoogleizzazione, ovvero riprendere il CONTROLLO dei SERVIZI e riprendere il POSSESSO dei DATI.

Ecco perchè con questo post voglio inaugurare una nuova categoria di post, de-googleize appunto, in cui inserirò tutti quei servizi che di fatto permettono di liberarsi dal giogo dei big dell’informazione con alternative semplici e alla portata di tutti, oppure con semplici suggerimenti su come preservare le proprie informazioni online.