15/08/2012

Progetto DebianPad

Uno degli obbiettivi che mi ero prefisso di portare a termine durante queste ferie agostane era il progetto DebianPad, ovvero la migrazione del mio fido ThinkPad T500 da Windows 7 Professional a Linux, preferibilmente Debian Weezy.

L’installazione e configurazione di Debian è filata liscia “come il culo di un bambino”(cit), ho fatto funzionare praticamente tutto, dal client Oracle ad Apache Directory, ho trasferito tutto, virtualizzato e fatto girare con Vmware Player la mia vecchia istanza di Win7, ho pure reimportato tutte le chiavi private per accedere ai server e ai repository svn e git… ma è rimasto quell’unico insormontabile scoglio che risponde al nome di IBM, più precisamente IBM Lotus Notes.

IBM rilascia ufficialmente una versione del client Notes di base per linux, pacchettizzata rpm (per RedHat e Suse) e deb (principalmente per Ubuntu e Debian) ma solo per sistemi a 32bit, far girare Notes su un sistema operativo a 64bit (che all’alba del terzo millennio dovrebbe rappresentare la norma…) è un’impresa a dir poco avventurosa.

Alla fine ce l’ho fatta, ho fatto girare il client Notes 8.5.3 seguendo una serie di guide che veramente sanno di esoterico, mi sono addentrato a colpi di machete nella selva di dipendenze e ne sono uscito vincitore, ho visto il client Notes girare su Debian Weezy e poi anche su Ubuntu 12.04.
Il vero problema però è un altro, non esiste una versione per linux del corrispondente client Lotus Administrator e Designer, e questo è un grosso, grossissimo problema per il sottoscritto.

Mi sono illuso che sarebbe stato sostenibile avviare alla bisogna il client Administrator e Designer da virtual machine Vmware, in realtà provandolo un paio di giorni ho sperimentato quanto sia logorante dipendere da una macchina virtuale locale per fare le cose che veramente servono…

Non è un limite di linux, è una stramaledetta merdata made in IBM, che all’alba del terzo millennio non si decide a rilasciare il client di sviluppo e di amministrazione per linux (idem per MacOS X) di uno dei loro prodotti più sbandierati, diffusi e multipiattaforma (per lo meno lato server), prodotto che dalla versione 8 ha visto una vera e propria nuova giovinezza!
Ma oltre il danno c’è pure la beffa di un client base che esiste solo in versione 32bit e per farlo girare su OS a 64bit occorre varcare la soglia tra informatica e rito voodoo, una cosa che all’alba del terzo millennio non è davvero accettabile… per fino installare un cluster di WebSphere Portal o un RAC Oracle è infinitamente più semplice.

Ora scatta una bella mail cazziatone a quel genio di Ed Brill, anzichè perdere tempo e sparare cazzate a vanvera su cagate social farebbero bene a sistemare il software che hanno in casa e che i loro clienti e partner realmente usano.

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