17/08/2010

lftp

Uno dei tool che mi ha molto aiutato durante la recente migrazione al nuovo provider è stato lftp.

Apparentemente si tratta dell’ennesimo client ftp, niente di nuovo sotto al sole quindi…
In realtà lftp nasconde una serie di features che non rappresentano certo una novità o non rivoluzionano certo il protocollo, ma che risolvono alcuni piccoli e grandi problemi che possono presentarsi durante un trasferimento ftp massivo.

Sappiamo tutti infatti che con una GET ftp è possibile scaricare una intera directory e tutto il suo contenuto, mentre con un banale PUT possiamo uplodare in remoto una directory e l’intero contenuto.
Ma quante volte vi è capitato che questa operazione filasse liscia con una grande quantità di file e directory?
A me francamente davvero poche, capita la classica disconnessione e a quel punto occorre la sfera di cristallo per sapere a che punto occorre riprendere il download o l’upload :(

Con lftp il problema è risolto alla radice utilizzando l’opzione “mirror”, in questo modo sarà lftp a spazzolarsi la directory di origine e quella di destinazione per allineare perfettamente il contenuto, trasferendo i file mancanti o differenti dall’originale, insomma quasi una sorta di rsync via ftp.
Questa ad esempio è la sintassi che ho utilizzato per scaricare completamente il sito dal vecchio provider:
lftp -u username,password -e "mirror --delete --only-newer --verbose path/to/source_directory path/to/target_directory" ftpsite

Mentre invece per uplodare il sito sul server ftp del nuovo provider ho dovuto semplicemente aggiungere l’opzione “reverse”:
lftp -u username,password -e "mirror --reverse --delete --only-newer --verbose path/to/source_directory path/to/target_directory" ftpsite

Altra funzione molto comoda è quella che permette di effettuare il chmod ricorsivo, ovvero un cambio di permessi su una directory applicato anche a tutti i file e directory in essa inclusa.
Anche questa può sembrare una banalità, ma utilizzando uno dei tanti sistemi di content management php capita non di rado di effettuare una operazione simile, e spazzolarsi decine e decine (per non dire centinaia) di file e directory non è una cosa ne piacevole ne stimolante.

Fatene buon uso ;)

15/08/2010

Novità

Dopo tanto tempo di immobilità (sia dal punto di vista tecnico che di contenuti) ho deciso finalmente di dare una mossa a questo benedetto blog.

Anzitutto ho salutato il mio vecchio provider (Aruba), ormai diventato troppo lento e costoso per i miei gusti, e sono passato ad un nuovo gestore che promette decisamente bene (OVH), prima o poi farò una breve recensione del servizio perchè so che c’è molta gente interessata.

Dato che per effettuare un cambio di provider era necessario un “giga-backup” ho dato anche una rinfrescatina alla piattaforma di cms (WordPress, so bene che non dovrei sbandierarlo ai quattro venti per motivi di sicurezza, ma è talmente evidente che non se ne accorgerebbe soltanto un cieco, un ebete oppure un commerciale…) facendo un bell’upgrade all’ultima scintillante versione.

L’upgrade mi sembra perfettamente riuscito, se c’è ancora qualcuno che legge le farneticazioni di questo povero kender e ha notato qualche imperfezione o problema mi faccia sapere mediante l’apposita form che trovate nel menù a destra).

THX :D

13/05/2010

Uptime

 

31/03/2010

Origini di un nickname

Da più parti mi si chiede di svelare la natura del nickname che porto, a dire la verità è dalla notte dei tempi che chi mi conosce si chiede per quale oscuro motivo uno debba scegliersi un nickname così contorto…
Il bello è che me lo tengo pure ben stretto, tanto da registrare un dominio e richiedere pure l'hostname del sito con quel nome :D

Cominciamo da principio, prendo in prestisto la definizione di Wikipedia:

"Tasslehoff Burrfoot è un personaggio di fantasia creato da Margaret Weis e Tracy Hickman e comparso per la prima volta nella saga Le Cronache di Dragonlance.
Appartiene alla razza dei kender, gli eterni bambini del mondo di Krynn, praticamente inconsapevoli di cosa sia la paura. Come gli altri kender, ha la mania di "prendere a prestito" tutto ciò che si trovi a portata di mano, utile o inutile che sia, per poi sfoggiare un'espressione assolutamente stupefatta ogni volta che il proprietario degli oggetti li ritrovi misteriosamente in una delle sue borse. La sua estrema loquacità si risolve in una serie di interminabili racconti, lasciati spesso incompiuti dalla sua abitudine di passare da un argomento ad un altro con estrema facilità, nei quali è onnipresente il famosissimo zio Trapspringer, imparentato con praticamente qualunque kender su Ansalon."

Fin da quando un carissimo amico mi fece conoscere il fantastico mondo della saga di Dragonlance, e poi grazie ad un manipolo di altri eroici compagni, rimasi semplicemente sbalordito di fronte al geniale universo creato da Margaret Weis e Tracy Hickman, in particolare il personaggio di Tas catalizzò subito il mio interesse.
Fisicamente siamo l'esatto opposto lui esile e agile, io grosso e lento (contrappasso dantesco in chiave fantasy?); nemmeno come abitudini siamo poi molto simili, lui sempre in viaggio a esplorare, io pantofolaro e brontolone…
Ma allora perchè usare questo nickname?

Perchè è una forma di rispetto, per onorare la fantasia e la genialità di coloro che hanno dato vita a una creatura unica nel suo genere, che non ha pari in alcuna saga fantasy… in particolare per ricordare quel kender che ha visto la luce e la tenebra, la gioia e il dolore, il sacrificio e l'onore, l'amicizia e il tradimento.

A quell'unico personaggio nella storia del fantasy che in se ha racchiuso tutto quanto ci possa essere di buono e di cattivo nell'animo di un essere vivente, ma che alla fine con umiltà e determinazione ha sempre superato la sue prove… con una borsa a tracolla e un hoopak tra le mani :)

21/03/2010

Dragon Age: Origins

Premetto che questo non sarà uno di quegli interminabili My2Cents a cui ero abituato e affezionato, purtroppo il tempo che ho a disposizione è poco, vista l'importanza del titolo in questione ci tengo a buttarle giù a caldo, per non ritrovarmi al solito con articoli infiniti relegate in altrettante infinite bozze.

Dopo la bellezza di 82 ore 13 minuti e 40 secondi di gioco ho terminato il famoso e celebratissimo Dragon Age Origins, la punta di diamante della più blasonata tradizione crpg occidentale, l'erede ideale della gloriosa stirpe crpg Bioware.

Ammetto che per me è stata una avventura strana, per certi versi contraddittoria, è stato il primo gioco che ho acquistato in un negozio italiano dopo tanti (ma proprio tanti…) anni di fedele acquisto online su siti esteri. E' stato il ritorno del mio genere preferito nella forma che ho sempre preferito, un gioco che avrei dovuto trovare familiare, ma che invece mi ha stupito a causa di tutti gli anni di astinenza da questo particolare genere crpg. E infine è stato un gioco che mi è particolarmente piaciuto più per gli aspetti secondari che non per quelli principali.

Giusto per chiarirci subito il mio giudizio è positivo, DAO è un gioco bello, bello, bello, che merita l'acquisto (anche al prezzo da “furto con scasso” tipico dei negozianti italiani) e che sa soddisfare quasi tutti, dal neofita cresciuto a pane e WoW, al vecchio marmittone che ricorda ancora con nostalgia le nottate passate a Britannia.
Non a caso il titolo in questione ha goduto di un giudizio positivo pressoché unanime, e con questo non mi riferisco certo alla stampa specializzata (facilmente addomesticabile…), ma a tutti i newsgroup e forum dove generalmente è difficile ottenere una accoglienza così calorosa in modo così netto; tipicamente quando un gioco è oggettivamente bello, i bastian contrari spuntano dalle fottute pareti (cit), mentre con DAO questo fenomeno è stato straordinariamente ridotto, per non dire irrilevante.

Tecnicamente si è detto di tutto e non starò certo a mettere alla prova la pazienza di chi mi legge decantando le lodi alle texture o alla fluidità del gioco.
In rete si è velatamente criticata una certa ripetitività degli arredamenti e delle ambientazioni chiuse, io francamente non ci ho fatto quasi caso, ricordo giusto le casse che contengono tesori come ripetitive, per il resto trovo che questa critica non rappresenti poi un difetto reale o significativo.

La storia è chiaramente ispirata ai canoni classici della tradizione tolkeniana, ciò nonostante ho trovato interessante l'alternativa rappresentata dai Custodi Grigi, i guardiani del mondo libero di Ferelden, gli unici in grado di opporsi alla Prole Oscura e agli Arcidemoni che la comandano.
Apparentemente la trama si sviluppa attorno al solito, trito e ritrito duello tra bene e male, non fosse che i suddetti Custodi rappresentano una ventata di neutralità, di equilibrio tra un bene forse non così apparentemente candido (che fa uso di schiavi, che isola i diversi, che sfrutta i deboli) e un male per certi versi visto come una forza inevitabile e ciclica.
Sarò di parte, ma la trama e il mondo di DAO mi pare facciano riferimento più alla tradizione di Dragonlance che a quella di Lord of the Rings.

Se poi passiamo dalla visione generale dell'avventura ai dettagli delle singole aree o delle singole quest o sotto-trame, si scopre un sottobosco di continue scelte, di quest secondarie narrativamente tutt'altro che banali.
Si scoprono personaggi fantastici, caratterizzati in modo a dir poco magistrale, con innumerevoli sfaccettature e dettagli narrativi, tutti da scoprire con calma e attenzione attorno al falò dell'accampamento. E' proprio a questo punto, nel luogo più estraneo alla trama del gioco, che ho trovato gli spunti più belli, i dettagli più succosi, piacevoli e inaspettati, la spietata Antiva, la cultura Qunari e tanto altro, svelato man mano che mi perdevo a bighellonare in interminabili dialoghi con i membri del mio party.
L'unico aspetto che secondo me poteva essere realizzato meglio è la comparsa degli oggetti e dei png legati alle quest secondarie, che appaiono sempre dal nulla, quasi teletrasportati non appena si attiva la quest; oltre a rappresentare una scelta “scenica” piuttosto infelice, questa comparsa improvvisa in location magari già visitate rende gli oggetti e i png fin troppo visibili e chiaramente associati alla quest.

Le meccaniche di gioco sono state ampiamente trattate online per cui non mi dilungherò su questo aspetto, trovo solo assurdo che siano passati così tanti anni dall'ultimo crpg party based, considerando quanto questa modalità di gioco sia amata dal pubblico di tutto il mondo (e il successo di DAO lo dimostra ancora una volta…).

Ho letto alcune critiche ai dialoghi presenti nel gioco, ritenuti troppo lunghi da qualche giocatore (forse troppo abituato a usare il joypad…), inutile dire che dissento totalmente da chi ha affermato tutto questo.
I dialoghi di DAO sono assolutamente equilibrati, oltre che ricchi di scelte che influenzano i rapporti con i membri del party; capita ad esempio che un dialogo venga interrotto improvvisamente da un membro del party non d'accordo con la scelta che il giocatore ha effettuato, aprendo la discussione a nuove scelte, ad esempio troncando la discussione in modo autoritario, cercando di trovare una via di mediazione alle diverse opinioni emerse, ignorando le rimostranze etc etc…
Ovviamente il tutto influenzerà la propria reputazione da parte di quel personaggio, il che si ripercuote in bonus o malus in abilità caratteristiche dello stesso.

Inventario e il sistema di commercio sono stati realizzati egregiamente, il numero di oggetti, armi e armature è adeguato, e la possibilità di incantare le stesse con rune magiche aumenta la variabilità dell'inventario (il meccanismo poi è reversibile e totalmente gratuito).
Riguardo all'inventario mi è successa una cosa abbastanza curiosa, nella fase iniziale del gioco ero tutto intento a selezionare con cura gli oggetti, le armi e le armature da utilizzare… poi dopo la metà del gioco è scattato un meccanismo che francamente non mi è mai capitato: ho cominciato a ignorare bellamente statistiche e peculiarità degli oggetti, e ho cominciato a selezionarli basandomi su un solo parametro, la bellezza estetica :)
Vi sembrerà una cosa banale, ma mi ha appagato molto più vedere il  party bardato di tutto punto, che vederlo spazzare via avversari più facilmente.
Per concludere mi sento di fare solo un piccolo appunto alle magie, molto belle, scenografiche, utili e tatticamente valide, però… poche :\

Ohibò… mi ero ripromesso di essere telegrafico, e invece mi sono ritrovato a scrivere il solito papiro, pazienza :)
Che dire, anche secondo me Dragon Age Origins merita di entrare nell'olimpo dei migliori titoli del genere crpg insieme ad altre pietre miliari come Baldur's Gate 1 e 2, agli Ultima Underworld, a Gothic e a tanti altri.
I suoi ingredienti sono un combattimento equilibrato, tattico e divertente, una gestione del party davvero ben studiata, personaggi davvero superlativi e una trama che potrebbe sembrare scontata, ma che presenta sfumature, risvolti politici e sociali, oltre a sorprese in quantità.

Consigliatissimo :)

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