03/01/2011

Foobar2000 context menù

Non ho mai sopportato Windows Media Player, l’ho sempre trovato pesante, invasivo, lento, impacciato nella gestione dei codec e soprattutto estremamente instabile.

Una volta la soluzione migliore per chi fosse alla ricerca di un player multimediale audio era semplice, bastava scaricarsi WinAMP e il problema era risolto…
Da quanto però quei geni della Nullsoft si sono messi in testa di trasformare il loro piccolo, leggero e comodo software in un “polpettone inutile e macchinoso”, ho dovuto cercare un’alternativa che incarnasse lo spirito del vecchio WinAMP.

Non so voi ma io ho trovato la pace dei sensi (almeno su questo…) con Foobar2000, dal passaggio da Windows XP a Windows 7 però ho avuto qualche difficoltà dovuta alla sparizione di alcune comode features di integrazione tra il software in questione e il sistema operativo.
In particolare mi ha infastidito la sparizione della voce “Enqueue to foobar2000” dal menù contestuale di un file mp3.

Se avete avuto lo stesso problema eccovi un paio di dritte per porre rimedio.
Ecco come si presenta il menù contestuale “infettato” da Windows Media Player

Per risolvere il problema aprite il Pannello di Controllo –> Programmi predefiniti e cliccate sulla voce di menù “Impostazioni accesso ai programmi”

Nella finestra che segue cliccate sulla voce “Personalizzate”, vi si aprirà un menù che dovete scorrere fino ad arrivare alla voce “Scegliere il lettore multimediale predefinito”.
A questo punto non vi resta che deselezionare la checkbox “Abilita accesso al programma” relativa a Windows Media Player

Dopo aver dato l’ok finalmente potrete godere della tanto agognata voce di menù di Foobar2000 :)

28/12/2010

Fallout New Vegas

Tanto per cominciare bene il nuovo anno eccomi qua con un nuovo scintillante my2cents su Fallout New Vegas, visto che in rete si è parlato un po’ ovunque dei pregi di questo crpg “made in Obsidian” ho deciso di mettere nero su bianco quelli che per me sono i difetti del gioco.

Prima di iniziare lasciatemi dire che un gioco che al giorno d’oggi fa macinare la bellezza di 120 ore di gioco merita l’acquisto a prescindere da tutti i difetti che può presentare (e che non è mia intenzione scontargli, dato che alcuni sono veramente macroscopici).

Cominciamo con l’aspetto più marginale e che a qualcuno può non interessare, la traduzione e il doppiaggio italiano.
Se tra i doppiatori originali ci sono vere e proprie star tipo Danny Trejo o Will Wheaton (=l’odioso Wesley Crusher di Star Trek TNG), in quello italiano regna il caos, spesso lo stesso personaggio è addirittura doppiato da due doppiatori differenti con voci che tra loro non c’entrano una beata fava…
A questo aggiungiamo una localizzazione che definire maccheronica sarebbe un complimento, un lavoro talmente penoso e sconclusionato che sembra fatto da un gruppo di studenti di quinta elementare, con errori talmente evidenti che dimostrano non solo una organizzazione del lavoro inesistente, ma anche una traduzione fatta a cervello spento.
Finché si rimane lontani da New Vegas la traduzione non sembra poi tanto male, ma una volta entrati a Freeside e poi nella Strip si fa più fatica a comprendere i dialoghi tradotti che a risolvere le quest…

Riguardo alla stabilità e ai bug il gioco è certamente un flop notevole, crash continui e ripetuti, improvvisi blocchi dei caricamenti (in genere brevi), capita di frequente di ritrovarsi al desktop di Windows con popup bloccanti (deo gratias esistono le shortcut per andare al task manager e killare i processi…).
Posso capire l’inevitabile complessità di un titolo così aperto, ricordiamoci però che stiamo parlando di un gioco che tecnicamente è fermo al 2008 con alle spalle un precedente di notevole longevità (Fallout 3) e dal quale tecnicamente non si discosta poi di molto; dopo un predecessore del genere (con il quale io non ricordo tutti questi problemi) credo sia doveroso aspettarsi un po’ di stabilità…

Visto lo schema di gioco estremamente aperto e la quantità di variabili che ciò comporta, calibrare correttamente la difficoltà è un’impresa davvero ardua, e onestamente Obsidian imho non solo non ci è riuscita, ma non ci ha nemmeno provato…
Finché si rimane nei binari della trama principale tutto scorre liscio e ben equilibrato, il problema si presenta quando si esce dal seminato e si comincia ad esplorare, da una parte ci si giocano alcune quest, dall’altra si finisce con il macinare tanta esperienza da rovinare le fasi avanzate di gioco.

Tanto per fare un esempio, prima di entrare a New Vegas io ho esplorato tutte le locazioni di gioco esterne, sono entrato in città dopo aver raggiunto il level cap (30), con statistiche tali da risolvere tutte le quest passando check di eloquenza, baratto e scienza, il tutto condito da noiosi quanto inutili spostamenti tra le varie location previste per la risoluzione delle quest.
In genere la difficoltà dei combattimenti è esageratamente bassa, fanno eccezione giusto poche locazioni dove basta mantenere le distanze e attaccare con armi a lungo raggio; ci sono addirittura missioni spacciate per “suicide” (es liberazione di una città occupata dalla Legione nel caso ci si schieri con la RNC), che in realtà non sono altro che amabili scampagnate condite da qualche headshot qua e la…. il tutto in modalità hardcore eh…
Infine c’è la ciliegina sulla torta della sequenza finale, dove per assurdo anche gli avversari più stupidi attaccano con la più potente arma da mischa e dove il boss di turno resiste anche ad una scarica di missili o bombe atomiche in miniatura…

Questi i difetti, i pregi ormai sono ben noti, longevità fantastica, libertà di movimento totale, quest interessanti e curiose, personaggi ben definiti e sempre vari, ampio inventario e la caratterizzazione del pg tipica della serie classica (ovvero Fallout e Fallout 2).

Riguardo allo SPAV (il sistema di combattimento che ha preso il posto della modalità a turni classica) io francamente non ho da muovere grosse critiche, lo vedo come una possibilità in più in grado di dare un minimo di tatticismo agli scontri; ovviamente non è all’altezza dell’ottimo vecchio sistema a turni che caratterizzava i primi due Fallout, ma piuttosto che ridurre tutto a un banale fps preferisco questa soluzione.

In definitiva imho si tratta di un gioco da comprare a prescindere da tutti i problemi oggettivi che presenta, divertimento assicurato per almeno 100 ore, in particolare se si ama uno schema di gioco votato alla libertà totale.

18/09/2010

OraSentry

Vi è mai capitato di essere sommersi da istanze di database Oracle da gestire?
Se la risposta è sì sapete benissimo cosa si prova e avete tutta la mia solidarietà, se la risposta è negativa invece sappiate che si tratta di una bella gatta da pelare…

Prima o poi qualunque sistemista si trova di fronte a questo celeberrimo dbms, che lo si ami o che lo si odi alla fin fine è una delle grandi costanti nel mondo IT; pesante, costoso, per certi versi macchinoso, dite quello che volete ma il buon vecchio Oracle ne esce sempre vincitore (cosa che non si può dire di altri prodotti di questa società…), maltrattatelo finchè volete, fategli sparire datafile e volumi da sotto i piedi, e lui nonostante tutto tornerà (quasi) sempre online e funzionante.

Per quanto possa essere stabile però anche Oracle richiede monitoraggio e manutenzione esattamente come ogni software e servizio, ed è qui che viene in aiuto OraSentry
Si tratta di un piccolo software (sviluppato in java e distribuito come singolo file jar, pertanto multipiattaforma per definizione) il cui compito è monitorare periodicamente i file alert.log di una o più istanze di Oracle db.
Il programma possiede una semplice e intuitiva interfaccia grafica tramite la quale configurare i pochi parametri per accedere ai db e per inviare notifiche tramite email utilizzando un server SMTP.

Lo sto usando ormai da qualche mese e posso testimoniare che OraSentry è una vera manna dal cielo, efficace, leggero e affidabile; come se non bastasse il supporto da parte dello sviluppatore è eccellente e tempestivo, e il progetto è decisamente attivo (nell’ultimo mese sono state rilasciate ben due nuove versioni).
A onor del vero devo criticare la mancanza di una opzione per far girare il software come servizio e la necessità di una interfaccia grafica, ma mi auguro che lo sviluppatore ponga presto rimedio a questi piccoli difetti.

Lo consiglio vivamente, se ne avete l’occasione provatelo e fatemi sapere come vi trovate.
Il jar di OraSentry è liberamente scaricabile dal sito http://www.orasentry.com, è completo di ogni funzionalità ma in versione di prova; se il software vi soddisfa potete registrarvi, la modalità di licensing è “Chiarityware“, nel caso specifico dovete fare una donazione completamente libera ad Unicef e inviare allo sviluppatore la ricevuta della donazione stessa.

Un plauso al buon Raphael Tiran :)

13/09/2010

Ipocrisia giornalistica

In questo triste e uggioso lunedì di metà settembre mi è cascato l’occhietto su un curioso articolo sfornato da Repubblica.it e dedicato al mondo dei videogiochi, argomento tanto raro da trovare tra i media tradizionali, quanto bistrattato dagli stessi…
L’articolo si intitola “Tanti auguri PlayStation quindici anni di capolavori“, già da questo si intuisce la nemmeno troppo velata vena “sdraiata” del suddetto pezzo scritto da un tale Tiziano Toniutti, personaggio che non conosco, ma che dice molto di se nel suo blog pieno zeppo di iPod, iPad e altre diavolerie piene di mele morsicate che fanno tanto “esperto hi-tech alla moda”.

Non voglio criminalizzare il Toniutti per quei 6000 e rotti caratteri di banalità e copy&paste presi paro-paro da Wikipedia, del resto tutti hanno il diritto di pagarsi il mutuo come meglio possono; quello su cui volevo riflettere è la sconcertante banalità e piattezza con cui i media tradizionali approcciano il tema del videoludo.
Già perchè a sentire Corriere, Repubblica, la Stampa e relativi “spin-off” settimanali pare che videogioco sia sinonimo di Playstation, Xbox o Nintendo, pare che controller sia sinonimo di Joypad, pare che tutto ruoti attorno e in funzione di quei 2 o 3 marchi di scatolette, attori e registi dell’infinita telenovela del videoludo.

Forse qualcuno dovrebbe mostrare al Toniutti (o a chi per esso) l’altra faccia della medaglia, quella dei videogiochi veri, dell’esplosione di massa del fenomeno, dell’evoluzione hardware e software, della svolta multiplayer con i suoi innumerevoli risvolti sociali.
Vogliamo parlare del vero boom del videogioco? Quando tra i milioni (o miliardi) di pc sparsi per il globo si contavano più copie shareware (o pirata…) di DooM rispetto a quelle di Windows?
Oppure dell’evoluzione da sprite bidimensionali ad acceleratori 3D, con relativa corsa tra produttori hardware (3DFX, Nvidia, Ati, Sis e tanti altri), per non parlare della nascita del fenomeno multiplayer tra fps e rpg, con la comparsa dei primi clan, gilde, allenamenti e clanwar, fino a veri e propri campionati con risvolti tecnici e sociali tutt’altro che indifferenti?
Vogliamo parlare dell’unica e vera piattaforma videoludica universale, che risponde al nome di PC?

Forse i cosidetti esperti di tecnologia ingaggiati dalle grandi testate dovrebbero riflettere un po’ sul ruolo dei “big” dell’intrattenimento tecnologico, vero e proprio freno tecnologico allo sviluppo dei videogiochi.
Potrebbe valere la pena riflettere sull’immobilismo tecnico dei titoli presentati negli ultimi anni, costretti a non evolvere a causa della scarsa potenza delle due “scatolette” di punta di Sony e Microsoft (PS3 e Xbox 360).
Si potrebbe obbiettare anche sulle politiche dei prezzi bloccati in tutto il mondo, un regime di duopolio di fatto, che costringe gli utenti a spendere cifre CRIMINALI per titoli dalla longevità RIDICOLA.
Che dire poi del costante impoverimento del gameplay, con videogiochi che ormai “si finiscono da soli”, novelli Sfornatutto dell’intrattenimento tecnologico in cui il livello di sfida è tendente a zero, dove chiunque deve essere in grado di arrivare alla fine senza sforzo (un gioco difficile genera orde di consumatori frustrati, i quali difficilmente correranno agli scaffali di fronte all’ennesimo seguito di un seguito di un seguito di un titolo di punta)

Cari Toniutti di turno, riflettete bene prima di osannare i vostri vitello d’oro tecnologici, perchè sono loro che hanno trasformato l’arte del videogioco in un becero prodotto da vendere, banalizzato all’inverosimile, spogliato di tutto quello che ha reso grande quest’arte.

07/09/2010

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