21/03/2013

Overdose da fps

Dopo l’overdose da mmorpg degli ultimi due anni posso dire di essermi disintossicato da Lotro, ho rigiocato con piacere l’ultima espansione (Riders of Rohan) vivendo però un’esperienza di gioco unicamente single player.

Ho portato al nuovo cap ben due personaggi e non ho percepito la minima curiosità nei confronti dei contenuti di gruppo, istanze o raid che fossero, anzi il solo pensiero di arrovellarmi con tutte le varie fasi preparatorie al gioco di gruppo (gruppare, aspettare i ritardatari, elemosinare pg per fullare il gruppo, spiegare l’istanza, wipe e retry di rito etc etc etc…) mi ha fatto venire quasi la nausea.
Ovviamente tutto questo non ha nulla a che fare con i simpaticissimi e disponibilissimi compagni di kindship, è un problema mio con il gioco, nulla a che fare con le persone fantastiche con cui mi sono divertito negli ultimi 2 anni :)

Ora sono tornato al sano, onesto, doveroso impegno videoludico single player, in particolare nelle ultime settimane mi sono baloccato con una sfilza di fps che stazionavano da fin troppo tempo nella mia “to-play list”, per la precisione: Call of Duty Black Ops, Call of Duty Black Ops 2, Crysis 2 e Farcry 3.

codboNon sono mai stato un fan della serie CoD, ho sempre apprezzato l’impronta cinematografica delle campagne single player di questa serie, ciò nonostante non posso esimermi da fare una considerazione altamente scientifica sul primo Black Ops: è una merda!
Credo si tratti di uno dei capitoli della serie con la campagna SP più lunga in assoluto, il che non sarebbe necessariamente un difetto anzi dovrebbe essere un piacevole miglioramento (visto che mediamente i CoD durano meno di una giornata lavorativa…), il problema è che il gioco è talmente tedioso, lento, tecnicamente raccapricciante (siamo a livelli del primo storico Half Life per capirci) e inconsistente che la durata non fa che rendere l’esperienza di gioco una lunga e interminabile agonia.
L’unico aspetto positivo sono le armi a disposizione del giocatore, tante, variegate e abbastanza divertenti da usare, un piacere che però è ben poca cosa rispetto alla tristezza immane che trasmette questo titolo.

codbo2Al contrario devo confessare di essere rimasto positivamente colpito da Black Ops 2, tecnicamente non eccelso ma piacevole (a tratti perfino sorprendente), sequenze di gioco adrenaliniche e abbastanza variegate, una trama che riprende il predecessore colmando alcuni vuoti narrativi.
Tutto sommato un gioco ben fatto, offre esattamente quello che un fan della serie si aspetta aggiungendo però alcuni elementi di personalizzazione sull’equipaggiamento e un inventario di armi di tutto rispetto. Finalmente un titolo degno della serie con cui Treyarch si riscatta dopo la penosa prestazione del primo Black Ops.

crysis2Terminato con Black Ops 2 mi sono rituffato nei panni (o meglio nella nanotuta) che ha reso celebre la serie Crysis con questo secondo capitolo della serie tecnicamente più corazzata della storia degli fps moderni.

Pur avendo giocato tutti i capitoli precedenti della serie (incluso il data disk Warhead) non sono mai stato pienamente soddisfatto dal lavoro di Crytek, dal punto di vista grafico e tecnico in genere sono delle assolute eccellenze (e su questo credo che nessuno abbia da ridire), ma in termini di gameplay e game design ho sempre avuto l’impressione che i ragazzi tedeschi avessero ancora tanto lavoro da fare.

In un certo senso Crysis 2 permette di osservare una chiara evoluzione da questo punto di vista, tecnicamente il gioco è eccellente e pur avendo 2 anni sul groppone il titolo in questione è in grado di far cascare qualche mascella (imbarazzate il confronto con i titolo basati su Unreal Engine, sembrano giochi di ere passate…). Dal punto di vista del design l’ambientazione metropolitana risulta efficace, ben strutturata e varia, oltre che molto ben realizzata; persino la trama è stata migliorata, ed ora è quantomeno presentabile.

Quello che ancora manca è la varietà nel gameplay, di fatto ogni sequenza si presenta come un universo a se stante senza soluzione di continuità, il tutto con l’aggravante di percorsi di gioco ripetitivi (le solite opzioni tattiche: attacca, aggira, usa postazione fissa oppure equipaggiati) che vanificano tutto il buon lavoro in fase di design.
Insomma non ci siamo ancora, anche se i segni di una certa evoluzione e maturazione ci sono tutti, il che fa ben sperare per il terzo capitolo della serie uscito da poco.

farcry3A proposito di terzi capitoli ho concluso questa sequenza di sparatutto con il FANTASTICO Farcry3, giusto per chiudere in bellezza un crescendo iniziato dal peggio (CoD Black Ops) e concluso con uno degli fps più vari, divertenti e ben sviluppati che mi sia mai capitato di giocare.

Sono talmente tanti gli aspetti positivi di questo gioco che francamente non so da dove cominciare.
Tecnicamente il gioco è eccellente, uno spettacolo per gli occhi godibile anche con configurazioni grafiche non certo di fascia elevatissima (Core i7 3770 e Radeon HD7850 mi hanno permesso di giocarci ad un frame rate ottimo con i dettagli impostati quasi a livello massimo); aspetti tecnici a parte il punto forte di Farcry 3 è che si tratta di un gioco vario, con una struttura aperta all’esplorazione ma allo stesso tempo dotato di una trama principale composta da missioni adrenaliniche e varie.
Gli avversari si comportano in modo credibile e in alcuni casi riescono a mettere in seria difficoltà il giocatore sprovveduto, le armi sono tante, personalizzabili e diverse una dall’altra ma al contempo tutte utili per affrontare le sequenze di combattimento sempre in modo diverso.

A differenza di Crysis 2 questo gioco non ha bisogno di una stupida voce fuori campo che avvisi il giocatore della disponibilità di “opzioni tattiche”, ne di montagne di munizioni piazzate in punti strategici per suggerire al giocare uno scontro imminente.
Ai più questi possono sembrare dettagli insignificanti, in realtà il fatto di preparare una sequenza di combattimenti piazzando questi indizi è indice di quanto il gioco sia meccanico e strutturato in modo dozzinale (mi riferisco ovviamente a Crysis 2), al contrario un gioco ben strutturato dal punto di vista di gameplay e design non ha bisogno di ricorrere a questi “trucchi”, non occorre fornire continue imbeccate al giocatore perchè sarà la struttura stessa del gioco a fornire al giocatore tutti gli strumenti necessari per sopravvivere alle sfide che gli si pongono davanti, imho da questo punto di vista Farcry 3 è un gioco perfettamente riuscito.

Mi rendo conto solo ora di essermi lasciato trascinare nel solito “pippone chilometrico”, ormai sono passati anni dai tempi in cui mi dilettavo col giornalismo videoludico, evidentemente il vizio mi è rimasto :)

05/02/2013

Rage

rage_logo_largeQualche giorno fa ho terminato Rage, già proprio lui, QUEL Rage, quello dello zio John Carmack e di mamma Id.
Non posso dire che mi abbia pienamente soddisfatto, sono oggettivamente deluso ma non lo considero la merda con cui tanti l’hanno etichettato.

Rage è l’ennesima dimostrazione del fatto che Id è un’eccellenza dal punto di vista tecnico, ma a livello di gameplay e design è oggettivamente carente, per lo meno lo è da quando non c’è più John Romero.
Tecnicamente si tratta di un gran gioco ancora oggi, a distanza di quasi un anno e mezzo dall’uscita, anzi possiamo dire che lo è soprattutto oggi visti i grossissimi problemi di cui ha sofferto al momento della pubblicazione.
L’engine è particolare, coraggioso per l’approccio tecnico, e imho riesce ad esprimere una bellezza grafica disarmante negli scenari aperti e ampi, d’altro canto risulta carente nella definizione delle texture a corto e cortissimo raggio.

Il design “grafico” dei livelli è veramente spettacolare, ci sono scene da rimanere a bocca aperta, in termini invece di design vero e proprio purtroppo tutti i livelli sono composti dal classico tunnel obbligatorio senza alcuna libertà di movimento o azione.
Per certi versi questo aspetto non è nemmeno così deprecabile, dato che permette di creare alcune situazione di gioco estremamente frenetiche (classici rush in cui i mostri “spuntano dalle fottute pareti” – cit.) oppure con
miniboss ben strutturati che riescono a sorprendere e a mettere sotto grande stress il giocatore.

Anche le armi sono carine, non sono tante ma sono tutte abbastanza utili, spingono il giocatore a cambiare combinazioni e stile di gioco di continuo.
Il problema sono le possibili varianti nell’approccio agli avversari, poche e decisamente banali, es:

  1. mob impazzito che schiva colpi e attacca melee
  2. mob con arma a distanza che si nasconde e cerca copertura (lasciando sempre scoperta l’invitante testolina pronta ad essere headshottata all’istante)
  3. mob super-resistente dotato di arma automatica devastante che però si muove con lentezza elefantiaca

Anche nelle sequenze di guida il gioco è godibile, ho passato serate giocando solo in quella modalità, altre solo in modalità fps, e tutto sommato Rage è divertente e godibile sia in un caso che nell’altro.

Il vero difetto che ahimè ha spinto tanti utenti a criticare questo gioco è il fatto che si tratta di un titolo estremamente ripetitivo :\
Di fatto Rage è composto da uno schema che viene ripetuto di continuo ogni volta che si passa da una zona all’altra, ognuna ha una base, con gli stessi tipi di png, con la solita sequenza di quest primarie e secondarie, insomma lo stesso schema di gioco ripetuto dall’inizio alla fine…
Tanto per fare un esempio: per ogni locazione di gioco fps sono previste due missioni, prima una principale più lunga e complessa e poi una secondaria più veloce e generalmente più semplice; tutto questo si ripete dalla prima all’ultima locazione, con l’unica eccezione del finale, e credetemi c’è da rimanere a bocca aperta nell’osservare con quanta fredda precisione questo schema viene rispettato…

Insomma passi da una zona alla successiva e sai già quello che ti aspetta, sai già che ci sarà la sequenza di missioni principali, sai già che a un certo punto ti chiederanno di cambiare mezzo, sai già che farai la tua sfilza di gare in pista (per guadagnare punti da spendere per i potenziamenti dei mezzi), sai già che dovrai fare il pieno di munizioni e sai già che dopo aver affrontato una missione in una zona dovrai tornare nello stesso posto per una missione secondaria… insomma sai già tutto :\

E’ un peccato, perchè l’ambientazione è davvero carina e tecnicamente (dopo patch e patch) il gioco è davvero appagante per la vista e gira benissimo su qualsiasi configurazione da gaming.
Da 1 a 10 io non mi sento di dargli la sufficienza, toh un 5, ma solo perchè dietro c’è il grande lavoro di r&d di Engine John.

12/07/2012

Digital delivery

Ho sempre avuto un pessimo rapporto con quello che oggi pomposamente si definisce “digital delivery” (DD).

Per me un videogioco ha sempre rappresentato una passione, un piacere, non solo per il prodotto digitale in se, ma anche per il più tradizionale e feticista aspetto materiale.
Già perchè i miei giochi me li godo, li finisco praticamente sempre (le eccezioni le conto sulle dita di una mano) e amo collezionarli, amo vederli in bella mostra ricoperti da quel sottile velo di polvere che si infila tra una confezione amaray e l’altra.

Amavo alla follia le vecchie confezioni, quelle di una volta, quando tornavi a casa con il videogioco nuovo nella sua bella scatolona, con gadget, manuali, supporti ottici o magnetici (insomma i floppy disk per capirci…).
Assaporavo l’apertura della scatola delle meraviglie, e periodicamente tornavo a riesumarla dallo scaffale di turno, riguardando i gadget, quella mappa in stoffa di Britannia, quel curioso sistema anticopia delle avventure Lucas Arts, piuttosto che il “nastro” di cd di Baldur’s Gate, il manuale di Indycar Racing o i floppy di Day of the tentacle.

Quando le belle confezioni di una volta sono state sostituite dai pratici ma asettici box amaray mi sono veramente incazzato, all’inizio li ho rifiutati rifugiandomi nel falso mito della pirateria “di protesta”, poi gioco dopo gioco vedere quelle confezioni ordinate e impilate una sopra l’altra, ognuna con la sua costina, tutte uguali ma diverse… beh quella visione ha riacceso la fiamma feticistica del collezionismo.

Ora qualcuno dirà che tra un po’ anche vedere la lista dei miei giochi su Steam farà lo stesso effetto, se così fosse dovete spiegarmi perchè gli unici giochi che io abbia comprato e non abbia mai toccato (o al massimo giocato un paio d’ore) sono proprio prodotti distribuiti in DD da Steam.
Gli altri giochi che ho registrato in Steam ma che ho fisicamente comprato li ho tutti finiti, quelli invece distribuiti unicamente in DD sono intonsi, immobili, non mi provocano alcuna emozione, non li sento miei, mi provocano le stesse emozioni di un discorso di Mario Monti, encefalogramma piatto.

E poi quella domanda subdola e ricorrente che non fa che tornarmi in mente ogni volta che sento parlare di DD come del futuro ineluttabile della distribuzione.
Perchè dovrei spendere di più (i prezzi dei videogiochi distribuiti in DD sono mediamente molto più alti delle controparti distribuite su supporto fisico) per avere lo stesso, sobbarcandomi una serie di costi impliciti (linea ADSL intasata per il download per giorni, PC da gaming acceso ininterrottamente per giorni con i suoi 160W di assorbimento in idle) e subendo una serie di disagi?

E’ fin troppo evidente che c’è qualcosa che non va se il modello di distribuzione tradizionale (che include stampa dei supporti, confezionamento, trasporto, distribuzione all’ingrosso e distribuzione al dettaglio) costa meno di un altro modello (il DD) che non prevede tutte queste fasi ma si basa su un servizio centralizzato di download digitale.
Non so come la pensate ma io mi sono stufato di farmi prendere per il culo da costoro e dai profeti del “non puoi farci niente, è il futuro”… stronzate.

05/07/2012

Starcraft II Wings of liberty

E’ da parecchio tempo che volevo parlare di questo gioco, non ricordo nemmeno più quando ho cominciato a girarci attorno, controllando a ricontrollando i soliti store online per ritrovarmelo sempre a cifre folli…

Ho sempre resistito pensando che prima o poi sarebbe sceso ad un prezzo umano, poi di fronte all’evidenza della sconfinata taccagneria targata Blizzard ho ceduto e l’ho comprato, addirittura in edizione digitale… errore numero 1.

Conservo un ottimo ricordo del primo Starcraft, sebbene sia sempre stato più affezionato al filone “Command & Conquer” piuttosto che alle serie rts Blizzard, l’ho sempre ritenuto un ottimo rts, equilibrato, vario, sufficientemente lungo e ben curato.
Memore degli aspetti positivi del predecessore ho affrontato questo sequel con le migliori intenzioni (e ce ne vogliono per sborsare la bellezza di 40 euro per un gioco vecchio di due anni abbondanti…) e fin da subito ho capito di aver fatto un grosso errore, per la precisione il numero 2.
Già perchè nella mia ignoranza crassa, supina, turpe e vergognosa mi ero illuso che questo secondo capitolo della serie proponesse una struttura simile, con campagna terran, protoss e zerg; immaginate l’orchimegalociclosi (termine scientifico per indicare una rotazione testicolare di scala incommensurabile…) che mi ha preso quando ho scoperto che in realtà non solo il gioco è composto da 26 misere missioni, ma che queste sono praticamente tutte affrontate con la fazione dei terran!
Mea culpa il non essermi informato prima… però che diamine… VENTISEI missioni?!?!?

Leggendo qua e la incazzandomi col mondo intero vengo a sapere che in realtà le missioni single player sono una formalità, la vera essenza di Starcraft II è il multiplayer… eh beh “thanks to the dick” verrebbe da dire…
Altro errore da parte mia (e siamo a 3…) ma quelle sanguinosissime 40 euro quindi come si giustificano? E mi spiegate che c’azzecca con questa definizione un gioco che nella sua precedente incarnazione ha fatto del single player la sua ragion d’essere e il vero motivo del suo successo?

Tra me e me penso “vabbè ormai la cazzata l’ho fatta, vediamo almeno di goderci queste poche missioni della campagna single player, del resto vista la quantità industriale di elogi che si è beccato questo titolo devono davvero essere dei mini capolavori…”.
Come diceva quel proverbio? Non c’è due senza tre, e il quarto vien da se?
Ecco quarta cazzata, perchè dovete sapere che non solo le poche missioni sono velocissime (alcune addirittura a tempo), ma addirittura sono del genere ad obbiettivo forzato.

Per capirci si tratta di missioni dove il giocatore è obbligato a raggiungere determinati obbiettivi seguendo tappe obbligatorie spesso da completare nel più breve tempo possibile; insomma se come me adorate le classiche missioni dove 1) creare una base 2)svilupparla 3)creare una difesa impenetrabile 4)creare la più invincibile forza di attacco che possiate immaginare 5) devastare la base avversaria, scordatevi di Starcraft II.
In questo gioco le missioni che troverete saranno quasi tutte con obbiettivi predeterminati e specifici, dovrete difendere qualche miserabile colono in fuga che non è mai in grado di provvedere alla propria sicurezza, dovrete partecipare a qualche assurda caccia al tesoro raccogliendo risorse il più velocemente possibile, dovrete attaccare degli inutili convogli che prima o poi passeranno a prescindere dallo stato della vostra forza d’attacco o della vostra base.
Capiamoci, io non dico che tutte le missioni di un rts debbano essere strutturate tutte nello stesso modo rispettando i miei canoni e le mie preferenze, ma per lo meno mi aspetto un po’ di equilibrio, un mix ragionato di missioni di stampo classico (crea base, crea difesa etc etc etc…) con missioni ad obbiettivi.

Osservando le unità disponibili in game devo ammettere di non aver trovato niente di eclatante ne in positivo ne in negativo.
Si tratta del solito mix di unità estremamente utili e unità estremamente inutili, ragion per cui alla fine vi ritroverete ad usare sempre quelle 2 o 3 più potenti ignorando tutto il resto.
Unico aspetto carino è la possibilità di migliorare le unità e alcune strutture con due upgrade acquistabili mediante crediti (da accumulare completando missioni e obbiettivi secondari), oppure sviluppare dei piani di ricerca basati si tecnologia protoss e zerg con sblocco di ulteriori upgrade, oppure la possibilità di assoldare unità mercenarie speciali da dispiegare sul campo (feature imho inutile che non ho mai sentito la necessità di utilizzare).

La storia! Stavo quasi per dimenticare questo imprescindibile pilastro di questo genere di videogiochi.
Da questo punto di vista Starcraft II è fedele allo stile Blizzard, storie banalissime ed estremamente pompose, personaggi stereotipati all’inverosimile, cutscene altrettanto fasulle e battute ad effetto che ormai sanno di vecchio, anzi di preistorico al punto da dare l’impressione di una certa ripetitività.

Dal punto di vista tecnico il gioco fa il suo sporco lavoro in modo piuttosto egregio, anche se chiaramente giocarlo su configurazioni attuali non può che restituire un’esperienza di fluidità estrema.
Giusto per avere un termine di paragone il gioco ha girato sul mio pc (cpu Intel E8400@4GHz, 4GB di ram, GPU Radeon HD7850) senza mai mostrare alcun tentennamento a dettaglio massimo e risoluzione 1920×1200.

In conclusione non posso che bocciare sonoramente il tanto osannato Starcraft II, ennesima dimostrazione della totale e pietosa sudditanza della stampa specializzata (web e cartacea) nei confronti delle grosse case di produzione.
Il gioco è composto da un numero ridicolo di missioni single player strutturate in modo totalmente assurdo e non equilibrato, con personaggi stereotipati e una storia che nella migliore delle ipotesi possiamo definire banale.
In pratica si tratta di un client multiplayer per Battle.net venduto al prezzo di un gioco single player mantenendo artificiosamente il prezzo a livelli scandalosamente alti per un lasso di tempo ingiustificabile.
Se come al sottoscritto non vi interessa giocarlo in multiplayer girateci alla larga e non fatevi infinocchiare dai fanboys Blizzard :(

02/06/2012

Deus Ex Human Revolution

Mi sembra passato un secolo dall’ultima volta che mi sono messo a scrivere due righe su un gioco, sono passati quasi due anni da quando Lotro mi ha fagocitato e da allora per me non c’è stato spazio per nessun titolo single player, ma questa è un’altra storia e ci sarà tempo per discuterne…

L’ultimo capitolo dell’illustre saga di Deus Ex era nella mia to-play list da parecchio tempo, dopo la bellezza di 37 ore di gioco ho terminato questa avventura e devo ammettere che ne è valsa veramente la pena.
Da parte mia le aspettative erano parecchie, del resto se quel geniaccio di Warren Spector con Deus Ex Invisible Wars non è riuscito nemmeno a sfiorare con un dito la bellezza del leggendario capostipite della saga, come potevano fare di meglio un gruppetto di ragazzotti canadesi semi sconosciuti?

Eppure ce l’hanno fatta, Sir Warren calati le braghe perchè Deus Ex Human Revolution è il vero erede di Deus Ex (sebbene tecnicamente si tratta di un prequel), mentre Invisibile Wars non è nient’altro che una caccola che ha saputo soltanto macchiare la reputazione di questo gioco.

Tecnicamente il gioco è nella media, non ci sono scene che rimangono particolarmente impresse, tantomeno effetti che provochino slogature alla mascella, del resto l’engine che muove il gioco è un penoso residuato bellico di fattura consolara più noto per aver mosso i celebri Tomb Raider che non per le sue eccezionali features.
La limitata capacità tecnica dell’engine si riscontra in molti aspetti, le aree di gioco non sono mai particolarmente ampie, i modelli sono piuttosto abbozzati (a questo si è posto rimedio usando texture piuttosto convincenti per i dettagli di alcuni personaggi, tra cui ovviamente il protagonista) e soprattutto sono estremamente ripetitivi.
Quest’ultimo aspetto, unito ad una generale passività dei png da l’impressione di trovarsi in un mondo fittizio popolato da manichini che occupano sempre lo stesso posto, aspetto piuttosto penoso per un gioco odierno.

Uno dei pochi aspetti positivi di questa scelta è la relativa leggerezza del gioco, dato che un tapino come il sottoscritto è riuscito a giocarci molto fluidamente in 1920×1200 con un pc antidiluviano (fatta esclusione per storage e GPU) composto da CPU Core2 Duo E8400@4GHz su mainboard con chipset Intel P35, 4GB di ram, SSD Crucial M4 128GB, Radeon HD7850.

Bene, ora che mi sono sfogato con gli aspetti negativi è giunto il momento di mettersi comodi e godersi il gioco, già perchè Deus Ex HR è bello, luridamente bello da giocare.

Anzitutto la trama è davvero appassionante e concorre a creare un’atmosfera carica di mistero e dubbi, dove ogni risvolto sembra celare tradimenti e secondi, terzi, quarti fini per quasi ogni personaggio coinvolto.
Proprio su questo aspetto il gioco ricorda tantissimo il mitico primo Deus Ex, si respira la stessa soffocante atmosfera di complotto e mistero, un mix tra X-Files e Blade Runner, un brodo in cui il carismatico protagonista Adam Jensen sguazza come un pescegatto nel fango.

E’ inutile che stia a descrivere la trama, godetevi il trailer e avrete un assaggio dell’atmosfera di gioco.
A proposito di trailer, anche su questo devo complimentarmi con il team di sviluppo, dato che sono riusciti a confezionare un filmato promozionale tra i più belli che mi sia mai capitato di vedere, il tutto riuscendo in pieno a trasmettere l’atmosfera del mondo in cui si svolge il gioco ma sviando totalmente lo spettatore; se dopo aver visto il trailer pensate di aver capito già tutto della trama vi sbagliate di grosso, quel trailer è un depistaggio in piena regola :D

Il gameplay è decisamente vario, e sebbene ci siano scorci di non linearità (sottoforma di quest secondarie) il gioco di fatto segue un percorso ben definito e tracciato dalla trama principale.
In genere le quest portano il giocatore ad districarsi in aree popolate da avversari dove è possibile raggiungere l’obbiettivo finale seguendo l’approccio che si preferisce; da quanto ho potuto sperimentare gli approcci si suddividono in letale oppure non letale, ciascuno di questo poi può essere perseguito facendo affidamento sulle abilità che si è deciso di sviluppare acquisendo miglioramenti cibernetici (augmentations).

E’ possibile ad esempio buttarsi nella mischia senza andare troppo per il sottile e sparacchiando con armi di vario genere (tutte caratterizzate da un’ottimo comparto audio e da una “cattiveria” convincente, si va dalla semplice pistola semi-automatica alle armi laser e al plasma, passando per fucili automatici, lanciarazzi, shotgun, fucili di precisione e l’immancabile balestra) oppure seguire l’approccio non-violento usando armi stordenti,  sia a corto raggio che da grandi distanze.

In alternativa si può optare per un approccio totalmente stealth, intrufolandosi tra cunicoli e condotti di ventilazione, e in caso si dovesse incappare in un avversario si può ricorrere al combattimento melee (anche in questo caso con la doppia possibilità dello scontro letale o meno).
Da notare che i percorsi presenti nelle mappe presentano sempre diverse alternative, con un approccio standard accessibile a qualsiasi personaggio e con scorciatoie e vie privilegiate accessibili soltanto se si è deciso di “upgradare” il protagonista con delle augmentation ben precise (ad es il sistema per atterrare inermi da grandi altezze, oppure per saltare più in alto, per spostare oggetti molto pesanti, per respirare anche in ambienti tossici etc etc…).

A tutto questo si somma poi l’hacking, grazie al quale è possibile violare sistemi informatici, intrufolarsi nei sistemi di sicurezza e disattivare telecamere e sfruttare a proprio vantaggio i sistemi di sorveglianza robotici, tra cui torrette e veri e propri robot.
Chiaramente l’hacking non è l’unico modo per accedere a zone riservate (usando un approccio bellico ad esempio è possibile trovare addosso ai cadaveri numerosi pad con chiavi di accesso in modo da raggiungere gli stessi obbiettivi), ma vista la quantità industriale di sistemi che è possibile violare ritengo che sia una delle abilità fondamentali del gioco.

Qualunque sia il proprio approccio il mio spassionato consiglio è quello di non incapponirsi affrontando il gioco sempre nello stesso modo.
Questo ahimè è uno dei possibili difetti di Deus Ex HR, se si affrontano i livelli sempre nello stesso modo alla lunga il gioco tende a diventare ripetitivo; attenzione però, è un possibile difetto, dipende tutto dal giocatore e da come decide di evolvere Adam Jensen e di affrontare le sfide poste dagli sviluppatori.
Nel mio caso ad esempio sono partito con un approccio totalmente non-violento e basato su hacking e sneaking, poi mi sono evoluto in sneaking letale, per poi passare ad hacking letale (riconfigurazione di tutte la sorveglianza elettronica per attaccare gli avversari) mista poi all’uso delle armi vere e proprie, insomma di tutto un po’ :D

Se posso permettermi di dare un altro consiglio: non abbiate paura a spendere i punti per acquisire nuove augmentations o evolvere le esistenti. Se si affrontano tutte le quest secondarie e si gestisce in modo attento i propri fondi i punti non mancheranno, alla fine vi renderete conto di essere diventati un vero superuomo (o supermacchina?).

Qui però si pone un altro interrogativo, siamo proprio sicuri che i ragazzi di Eidos siano riusciti a calibrare per bene il livello di difficoltà?
Questione delicata, da una parte è evidente che nella parte finale del gioco il numero di augmentation disponibili sia tale da rendere Adam Jensen pressochè onnipotente, una via di mezzo tra Terminator, Ken il Guerriero e 007.
D’altra parte non si può non notare che nonostante tutti gli ammennicoli tecnologici gli scontri a fuoco e le situazioni di crisi sono sempre potenzialmente letali, basta una copertura non perfetta o un colpo di shotgun a media distanza per veder capitolare il nostro eroe.

Io credo che tutto sommato gli sviluppatori siano riusciti a trovare un buon equilibrio, il protagonista è si pressochè onnipotente nella fase finale di gioco, però non è mai immortale; Adam Jensen ha enormi risorse ma non illimitate e soprattutto è sempre piuttosto vulnerabile, ecco come i ragazzi di Eidos Canada sono riusciti a trovare la quadratura del cerchio su uno degli aspetti più difficili nello sviluppo di un videogioco.

Per concludere lasciatemi dire che Deus Ex Human Revolution è bello, bello bello! Vario, equilibrato, divertente nel gameplay, il tutto condito da una atmosfera da Oscar e da personaggi veramente ben caratterizzati.
Insomma è il classico gioco da non lasciarsi scappare, sia che siate appassionati di fps che di crpg.

Buon divertimento!

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